(Foto ANSA/SIR)

Il 10 gennaio, alle ore 20 italiane, OpenAI ha presentato il suo GptStore, ossia la sezione di ChatGpt in cui è possibile consultare ed utilizzare le applicazioni Gpt, chiamate Gpts. Si tratta di versioni personalizzate del programma di intelligenza artificiale generativa che eseguono determinati compiti e che sono state programmate con determinate regole scelte dagli sviluppatori.

Il primo giornale italiano a pubblicare sin da subito il proprio Gpt è stato un settimanale diocesano, “Avvenire di Calabria”. L’applicazione messa gratuitamente a disposizione della comunità digitale è un correttore di bozze per articoli di giornale: il software applica correzioni ortografiche e grammaticali ed utilizza la metodologia e le convenzioni del settimanale di Reggio Calabria – Bova. Le regole fornite in fase di addestramento riguardano principalmente l’uso delle minuscole e delle maiuscole, il formato dell’orario, gli accenti, le virgolette caporali e le virgolette alte: si tratta, in tutto, di 23 istruzioni che, abitualmente, i giornalisti osservano nella stesura dell’articolo. È possibile consultarlo e utilizzarlo qui.
La fase di addestramento del software è stata condivisa anche con gli studenti della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Reggio Calabria. Lunedì scorso, durante la lezione del progetto di giornalismo “Aula G”, il direttore di Avvenire di Calabria, don Davide Imeneo, ha presentato agli alunni la configurazione definitiva del programma. Insieme ai ragazzi, poi, si sono svolte alcune prove di utilizzo del software Gpt. “Il programma non sostituisce l’ultima revisione del correttore di bozze”, chiarisce don Imeneo, “lo sguardo della persona umana è indispensabile per correggere definitivamente un articolo ed anche eventuali sviste dell’intelligenza artificiale… che non è infallibile”. Già da diverse settimane, nella redazione di “Avvenire di Calabria”, chi si occupa dell’ultima revisione utilizza il Gpts e poi rilegge attentamente l’output del software di casa OpenAI. “Il Gpts – conclude il direttore – è stato addestrato per un periodo di un mese in diverse sessioni di Machine Learning. È stato speso molto tempo per far capire al Gpts come preservare lo stile e il contenuto originale, evitando modifiche non necessarie e preservando la voce dell’autore. Stiamo già valutando diversi utilizzi per automatizzare alcuni processi di pubblicazione sui social network: si tratta, però, di programmi che affiancheranno giornalisti e operatori, alleggerendo la loro operatività, ma senza sostituirli”.

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