Ogni ente vaticano è tenuto a richiedere l’approvazione del prefetto della Segreteria per l’Economia quando un atto di spesa superi il 2% dei costi totali dell’ente stesso, con la cifra desunta sulla media dei bilanci consuntivi degli ultimi tre anni. È quanto si legge nel Motu Proprio emanato ieri dal Papa circa i limiti e le modalità dell’ordinaria amministrazione, in cui si stabilisce che “per gli atti il cui valore è inferiore a 150 mila euro non si richiede approvazione”. Punto di partenza del nuovo documento papale, che si affianca ad un altro Motu Proprio diffuso oggi sui contratti e gli appalti pubblici, è “la necessità di meglio determinare i menzionati limiti e le modalità, promuovendo la flessibilità, la dinamicità e una trasparente efficienza nel disbrigo delle funzioni delle Istituzioni curiali, degli Uffici della Curia Romana, delle Istituzioni collegate con la Santa Sede o che fanno riferimento ad essa”. Nel dettaglio, il Motu Proprio fissa a 30 giorni il limite per la ricezione dell’approvazione, oltre i quali anche la mancata risposta equivale all’accoglimento dell’istanza, e in ogni caso si afferma che tale procedura “deve concludersi entro e non oltre i quaranta giorni”.

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