“Il governo ucraino ha ringraziato ufficialmente la Santa Sede, insieme al Qatar e all’Unicef, per quanto si è fatto per la questione dei bambini catturati durante il conflitto.
Così c’è stata una dichiarazione formale dei russi”.
Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, rispondendo ad una domanda sulla missione per la pace in Ucraina affidatagli da Papa Francesco.

Ad intervistare il porporato, nell’ultimo numero de La Civiltà Cattolica in uscita sabato, sono il direttore della rivista, p. Nuno da Silva Goncalves, e Simone Sereni. “Il ricongiungimento di alcuni bambini è stato il tipo di intervento umanitario che ci è stato chiesto di facilitare – spiega il porporato -. Poi, chiaramente pensiamo che sia troppo poco, che serva molto di più e speriamo che questo dia la spinta per trovare delle opportunità che aiutino a risolvere il conflitto. Vorremmo che migliaia di bambini possano venire questa estate in Italia per ritrovare la pace e sentirsi protetti e amati, sicuri, consolati”. “Papa Francesco non si rassegna – prosegue Zuppi -. Ma la chiave della pace non ce l’ha nessuno in tasca: bisogna trovarla insieme. Tanta diplomazia e tanti spazi da verificare e creare. E l’aspetto umanitario è una questione molto importante. La guerra non si umanizza, ma cerchiamo di non perdere l’umanità e di mitigare alcune delle conseguenze tragiche”. “Speriamo – l’auspicio conclusivo – che la comunità internazionale converga per trovare soluzioni giuste e sicure”.

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