“Come è possibile accostare nella Carta fondamentale di uno Stato il diritto che tutela la persona, a quello che ne sancisce la morte?”.

A chiederselo è Massimiliano Menichetti, responsabile di Radio Vaticana-Vatican News, in un editoriale che commenta l’inserimento, nella costituzione francese, del diritto all’aborto. “Viviamo in una società tecnologicamente avanzata, informatizzata, connessa”, fa notare l’autore dell’articolo: “La crescita dell’essere umano fin dal concepimento, non ha più alcun segreto da decenni. Usiamo parole come pre-embrione, embrione, neonato, bambino, adolescente, adulto, anziano per indicare fasi di sviluppo in cui cambia il numero delle cellule, in cui muta l’aspetto cognitivo, la necessità di assistenza, ma sempre è una persona”. “I vescovi francesi all’inizio dell’iter parlamentare hanno espresso la loro preoccupazione per questa modifica della Costituzione, ed hanno riaffermato che ogni vita è un dono, un dono fragile e prezioso, infinitamente degno, da accogliere e servire dal suo inizio fino al suo termine naturale”, ricorda Menichetti, secondo il quale “spesso ci si chiude in sterili contrapposizioni politiche o ideologiche, ma la sfida è varare leggi e modificare Costituzioni con proposte per la vita, non per la morte”.

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