Un invito al primo ministro di Haiti, Ariel Henry e alle autorità a “prendere una saggia decisione per il bene della nazione”. Mentre il Paese, già sconvolto dalla violenza dei gruppi criminali e da una situazione economica e sociale insostenibile, è percorso da proteste popolari contro il governo, la Conferenza episcopale di Haiti prende posizione, in una nota diffusa poco fa, pervenuta al Sir, chiedendo, in pratica, al primo ministro di prendere atto della situazione e di farsi da parte. “In queste ore di paura e angoscia in cui viviamo, la Conferenza episcopale cattolica di Haiti si rivolge con fiducia e speranza al Dio della vita per implorare il suo benevolo aiuto per la nostra madre patria in pericolo”, inizia la nota, che prosegue con un appello accorato: “In nome di Dio, la Conferenza episcopale haitiana chiede alle autorità di porre immediatamente fine alle sofferenze del popolo, la cui volontà è stata espressa in tutto il Paese, in particolare il 7 febbraio. Negli ultimi tre anni sono stati versati abbastanza sangue e lacrime attraverso assassinii, rapimenti e stupri. Ne abbiamo abbastanza! Chiudete il rubinetto del sangue e smettetela di contare i morti!”.
Quindi, i vescovi, tutti firmatari del documento, si rivolgono direttamente al premier: “Assistendo alla miseria e alla sofferenza dei nostri concittadini nei dipartimenti del Paese, noi, vescovi della Ceh, lanciamo un vigoroso appello al primo ministro, Ariel Henry, affinché si renda conto della gravità della situazione attuale e prenda una saggia decisione per il bene dell’intera nazione, che è seriamente minacciata nelle sue stesse fondamenta”.
Nella nota si esprimono “vicinanza e le nostre sincere condoglianze alle famiglie delle vittime dei recenti eventi”, e si invitano “i nostri cari compatrioti a non cadere nella trappola della violenza e delle lotte fratricide che deridono la nostra dignità, sfigurano la nostra umanità e disonorano l’immagine del nostro Paese. Mobilitiamo tutte le nostre energie, uniamoci e impegniamoci insieme, con determinazione, senza violenza, sulla strada che ci porterà alla nuova Haiti che tutti desideriamo!”.
0 commenti