Almeno sei persone sono state uccise e numerose sono state ferite, ad Haiti, durante le proteste antigovernative degli ultimi giorni, che si sono aggiunte a una già esplosiva situazione sociale e di ordine pubblico. I manifestanti chiedono le dimissioni del primo ministro Ariel Henry, il cui mandato sarebbe dovuto scadere mercoledì, secondo un accordo firmato nel dicembre 2022 con i rappresentanti dei partiti politici, delle organizzazioni della società civile e dei membri del settore privato sotto gli auspici della comunità internazionale.
Tra le persone decedute, spiccano cinque agenti della Brigata di sorveglianza delle zone protette (Bsap), uccisi in scontri con agenti della Polizia nazionale haitiana nella zona di Laboule, sulle colline sopra la capitale. Le Bsap, ufficialmente un corpo di guardiaparchi composto da ex militari (in pratica, una milizia paramilitare), si sono affermate tra i maggiori attori della protesta, al seguito dell’ex senatore e leader golpista Guy Philippe, tornato nel Paese, dopo aver scontato una condanna di nove anni per riciclaggio, negli Usa.
Un’altra persona è stata, invece, uccisa a Ouanaminthe, nel nord-est del Paese, durante un attacco a una stazione di Polizia.
Nelle ultime settimane sono stati rinnovati gli appelli alle dimissioni di Henry da parte di settori e partiti dell’opposizione e si sono intensificate le proteste antigovernative, che sono diventate sempre più violente. A Les Cayes, Jérémie e in altre città della provincia, i violenti scontri tra la Polizia nazionale e i manifestanti hanno provocato numerosi feriti, alcuni dei quali colpiti da proiettili alla schiena, oltre a saccheggi di negozi e incendi di istituzioni pubbliche.
0 commenti