PROVINCIA – “Con una fauna selvatica che ormai, in diverse zone della provincia, è incontenibile con i metodi di selecontrollo tradizionali, è necessario adottare nuove strategie altrimenti la politica sarà corresponsabile dello spopolamento dell’entroterra”. È l’appello lanciato da Coldiretti AscolI Fermo al Prefetto di Ascoli Sante Copponi, numero uno della sicurezza e dell’ordine pubblico, a seguito degli ultimi dati sugli incidenti stradali pubblicati sul portale ASAPS che evidenziano come nelle Marche, nell’ultimo anno siano stati 11 quelli gravi, senza considerare le migliaia di incidenti che fortunatamente non arrecano danni alle persone.
I cinghiali poi, sono responsabili del 75% dei danni in agricoltura e nel tempo hanno indotto molti agricoltori ad abbandonare colture importanti e redditizie come la patata, il pisello proteico, il mais da polenta o il girasole. “Quella dei cinghiali – commenta l’organizzazione agricola – è un’invasione vera e propria e per ridurne drasticamente il numero non servono contrapposizioni ideologiche tra cacciatori e ambientalisti ma la piena operatività delle attuali disposizioni e nuovi strumenti normativi”.
Il Tar delle Marche, ad esempio, ha accolto in parte il ricorso di alcune associazioni ambientaliste a animaliste contro il Piano di Controllo del Cinghiale approvato dalla Regione Marche escludendo la cosiddetta “braccata” (caccia alla presenza di almeno 2 o più cani) tra le tecniche di selezione; così facendo, le squadre chiamate a questa attività potranno adoperare un solo cane. Per Coldiretti Ascoli Fermo, che commenta come “assurda” questa sentenza, è necessario che l’amministrazione regionale si concentri maggiormente sul nuovo Piano di Controllo anche incentivando l’utilizzo delle gabbie di cattura nelle zone urbane e periurbane, così come da previsione introdotta nella prima Legge Finanziaria del Governo Meloni su iniziativa proprio di Coldiretti.
“Per questo abbiamo scritto al Prefetto Copponi – intervengono Stefano Mazzoni e Francesco Goffredo, presidente e direttore di Coldiretti Ascoli Fermo – che nel nostro recente colloquio ha dimostrato una grandissima sensibilità e attenzione al tema. È necessario contenere la popolazione dei cinghiali anche tramite le gabbie di cattura – proseguono dall’organizzazione – e siamo certi che con un intervento della Prefettura, questo percorso potrebbe subire un’accelerazione. Tra l’altro, da questa nuova strategia potrebbe nascere anche un meccanismo virtuoso di filiera delle carni, grazie allo stanziamento di risorse, da parte di Regione Marche, per la realizzazione di centri di sosta provinciali dove effettuare tutte le operazioni sanitarie necessarie prima di far partire l’animale alla volta del centro di lavorazione”.
Coldiretti Ascoli Fermo, infatti, sta per avviare una sperimentazione incentivando talune aziende agricole, ovvero quelle ubicate nei territori summenzionati e dove l’attività venatoria e di controllo, per svariati motivi, è di difficile attuazione, all’installazione delle gabbie non prima di aver promosso ed erogato le ore previste per la formazione agli attori coinvolti. “Ma è necessario anche – proseguono Mazzoni e Goffredo – che i primi cittadini dei comuni maggiormente afflitti da questa problematica e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini trovino anch’essi le condizioni per poter installare, nelle aree periurbane e nel Parco, gabbie a grande capienza, certamente più costose, ma che rappresentano sicuramente un investimento nell’interesse della collettività”. Infine – conclude l’organizzazione agricola – è urgente snellire le procedure legate alla segnalazione danni e prevedere uno stanziamento di risorse adeguato a risarcire gli agricoltori come previsto dalla normativa regionale ovvero stabilendo un prezzo del prodotto mai inferiore a quello della Borsa Merci di Bologna.
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