“Che mondo felice sarebbe quello in cui la giustizia, il rispetto, la benevolenza reciproca, la larghezza d’animo, la speranza fossero la normalità condivisa, e non invece una rara anomalia!”.
Lo scrive il Papa, nel testo preparato per la catechesi dell’udienza di ieri in piazza San Pietro e letto da don Pierluigi Giroli, a causa del perdurare del raffreddore, come ha spiegato lo stesso Francesco ai fedeli.
Dopo aver terminato la carrellata sui vizi, Francesco si sofferma sull’agire virtuoso, ricordando che, “per quanto ciò possa risultare faticoso, l’essere umano è fatto per il bene, che lo realizza veramente, e può anche esercitarsi in quest’arte, facendo sì che alcune disposizioni divengano in lui o in lei permanenti”.
“La persona virtuosa è pertanto quella che non si snatura deformandosi ma è fedele alla propria vocazione, realizza pienamente sé stessa”, spiega il Papa: “Saremmo fuori strada se pensassimo che i santi siano delle eccezioni dell’umanità: una sorta di ristretta cerchia di campioni che vivono al di là dei limiti della nostra specie. I santi, in questa prospettiva che abbiamo appena introdotto riguardo alle virtù, sono invece coloro che diventano pienamente sé stessi, che realizzano la vocazione propria di ogni uomo”.
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