COLONNELLA – Un cascata di note dirompenti che hanno infranto il silenzio ovattato ed avvolgente dell’edificio sacro nel giorno del Venerdì Santo: si può riassumere così il concerto per pianoforte che si è tenuto lo scorso 29 Marzo, alle ore 18:00, a Colonnella, presso la cripta della chiesa San Cipriano. L’evento, organizzato dall’Associazione “Il nido del drago”, ha ospitato il giovane e talentuoso Maestro Andrea Maria Ottavini, pianista e compositore, autore anche di colonne sonore per produzioni cinematografiche, membro del trio di pianisti “Les Trois Amis” con cui ha partecipato alla trasmissione UnoMattina su RaiUno e ha rappresentato il Bel Paese al Padiglione Italia all’Expo di Milano nel 2015.
L’appuntamento, patrocinato dal Comune di Colonnella e sostenuto da Giocondi Strumenti Musicali, ha registrato la partecipazione della vicesindaca del Comune vibratiano, Mirella Pontuti, che ricopre anche la carica di assessore con delega alla Cultura, e dell’artista Elga Vagnoni, scenografa, docente di arte, M.° di Pianoforte e Canto Lirico, nonché presidente dell’associazione organizzatrice.
Il giovane Ottavini, laureato summa cum laude in Pianoforte presso il Conservatorio Statale Gaetano Braga di Teramo e specializzando in Musica da Camera nel medesimo Istituto, ha regalato ai presenti un viaggio ininterrotto, durato poco più di un’ora, tra misticismo e realismo, tra la glorificazione del Divino e della sua potenza, da un lato, e il racconto dell’inquietudine e della sofferenza dell’animo umano, dall’altro. Un viaggio nel tempo e nello spazio, che ben ha richiamato la doppia natura di Cristo, divina ed umana, proprio nel giorno in cui la Chiesa ha ricordato la sua Passione e morte.
Il percorso, sorprendente, è partito da Johann Sebastian Bach, con il suo “Soli Deo Gloria” (Gloria all’unico Dio), ovvero il Preludio e Fuga in Si Minore tratto dal primo libro del “Clavicembalo Bel Temperato“, una composizione solida, unitaria, maestosa, che è una vera e propria glorificazione dell’Unico Dio che tutto muove e tutto vede, un’espressione del mistero di Dio.
Il Maestro Ottavini ha poi effettuato un salto di circa tre secoli con il notturno Night-Piece di Benjamin Britten. Più conosciuto per le sue opere “A Christmas Carol” o “A Midsummer Night’s Dream“, di questo autore il pianista Ottavini ha fatto ascoltare un brano meno celebre, ma non certamente meno pregiato, che descrive una notte chiara, ma pervasa da sottili inquietudini, sussurri e mormorii. Un paesaggio notturno meditativo, a tratti sacrale, che ha portato gli ascoltatori a pensare inevitabilmente all’ultima e tormentata notte di Cristo.
Il viaggio è proseguito poi con i 4 Improvvisi Op. 90 di Franz Schubert. Queste quattro improvvisazioni, che costituiscono una delle opere più famose del compositore austriaco, forse per il loro carattere profondamente diverso l’uno dall’altro o forse perché rappresentano un moto d’anima melanconico e struggente, sono state particolarmente apprezzate dal pubblico presente.
Il Maestro Ottavini ha infine concluso il suo lungo e struggente viaggio musicale con la Litany del compositore giapponese Toro Takemitsu, un’opera in cui la musica singhiozza, parla, non canta. Il prima movimento dipinge una scena cupa, tesa, forse irrecuperabile. Le lunghe pause non fanno che accentuare la carica emotiva di una litania che sembra non darsi pace. Nel secondo movimento, però, una lontana luce inizia a pervadere le misteriose armonie, quasi lotta con le tenebre e alla fine, soavemente, accarezza, consola e perdona. Impossibile non cogliere un riferimento alla Passione e Resurrezione di Cristo, visto il luogo ed il tempo in cui Ottavini ha pennellato le sue note.
Due i bis virtuosi che sono stati concessi al pubblico, entrambi con grande concentrazione: la Gymnopedie n. 1 del francese Erik Satie, “Lent et douleureux“, e lo Studio Op. 10 n. 12 del polacco Fryderyk Chopin. Quest’ultima in particolare è una composizione caratterizzata da forte pathos e drammaticità che richiede al pianista una grande elasticità del polso e una totale flessibilità del braccio senza le quali il brano diventerebbe difficilmente eseguibile. Il pubblico, conscio della difficoltà di esecuzione del brano, ha salutato i virtuosismi del Maestro Ottavini con un lungo applauso.
Queste le parole del pianista Ottavini al termine del concerto: “Pasqua è rinnovamento. Pasqua è Resurrezione. Pasqua è vita nuova, nuova ricerca, nuova speranza. Che sia dunque un nuovo inizio per tutti quanti noi!”.
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