DIOCESI – “Vivere questa XVIII Assemblea Nazionale di Azione Cattolica è stato, per me, come respirare una boccata di aria fresca. Ho sentito e gustato la bellezza di stare insieme, di essere associazione, di essere Chiesa. Il titolo dell’evento vissuto lo scorso 25 Aprile in piazza San Pietro, dove abbiamo incontrato Papa Francesco, era ‘A braccia aperte’ e credo che nessun’altra espressione potrebbe essere più azzeccata di questa per descrivere quello che abbiamo vissuto: quelle braccia aperte dicono proprio di accoglienza e io mi sono sentita accolta, abbracciata, amata, mi sono sentita parte di qualcosa di grande. E quell’abbraccio che ho sentito è lo stesso che siamo chiamati a fare ogni giorno verso tutti quelli che il Signore mette sulla nostra strada“. Sono queste le parole con cui Maria Grazia Spinelli, consigliera diocesana dell’Azione Cattolica per l’ACR, riassume la sua esperienza come delegata all’Assemblea Nazionale AC che si è svolta a Sacrofano dal 25 al 28 Aprile 2024.

Quali sono stati i momenti più belli della XVIII Assemblea Nazionale di Azione Cattolica?
Ogni giorno abbiamo avuto la grazia di incontrare volti ed ascoltare storie molto arricchenti.
Nella giornata del 25 Aprile, ad esempio, oltre ad aver incontrato Papa Francesco, che ci ha esortato a far crescere la cultura dell’abbraccio nella Chiesa e nella società, ho avuto modo di ascoltare anche le parole di Caccamo e Marcorè che ci hanno fatto vivere un momento di forte riflessione sul nostro essere anche impegnati nel sociale, sul nostro stare nel mondo.
Nei giorni successivi, invece, siamo entrati nel vivo dell’Assemblea, quindi nella parte che io credevo essere certamente più democratica e coinvolgente, ma magari anche più formale. Invece devo dire che ho vissuto dei momenti bellissimi anche in questa fase assembleare, perché, anche se eravamo tutti diversi, giovani e meno giovani, provenienti dalle più svariate parti d’Italia e con idee magari diverse su alcune questioni, tutti abbiamo potuto esporre le nostre opinioni e ci siamo confrontati in maniera serena. Ma non solo: abbiamo respirato un’aria di famiglia talmente autentica, che, anche se ci siamo confrontati su diversi emendamenti, votando a favore o contro, abbiamo comunque vissuto ogni cosa con la leggerezza di chi si vuole bene, di chi sa andare oltre le divergenze. Alcuni delegati della nostra Diocesi sono stati protagonisti in questa fase e tutti insieme abbiamo collaborato a rendere il documento finale il più aderente possibile alle volontà, aspirazioni e inclinazioni degli associati. I temi affrontati, inoltre, sono stati molto interessanti, perché da un lato ci hanno portato a condividere proposte molto pratiche e concrete, mentre dall’altro ci hanno spinto a riflessioni dal valore molto alto.
La presenza di tanti volti noti della nostra Chiesa, come il Cardinale Parolin, il Cardinale Zuppi o Mons. Giuliodori, ci hanno fatto sentire accompagnati, come viaggiatori che percorrono la rotta verso la meta, navigando sulla stessa barca.
Ho provato la stessa sensazione quando il nostro presidente nazionale, Giuseppe Notarstefano, ha letto la relazione finale e ci ha detto di avere coraggio e di riprendere il largo. Non è stato istituzionale e formale, bensì lo abbiamo sentito molto vicino, familiare. E credo che lo stesso si stato per lui: la sua commozione durante l’intervento o anche i momenti in cui ha ringraziato ed abbracciato chi gli era vicino, ci hanno fatto capire che stava vivendo quell’esperienza in maniera vera, autentica. Ci siamo sentiti tutti come in una grande famiglia.

L’Assemblea è stata caratterizzata anche dalla partecipazione di molti giovani. Come è stato il confronto intergenerazionale?
È vero, hanno partecipato tantissimi giovani, due anche dalla nostra Diocesi. Devo dire che sono rimasta molto colpita dalla bellezza della diversità delle varie generazioni che si sono incontrate: dai più piccoli, ai giovani, fino agli adulti, alcuni dei quali anche anziani. È stato bellissimo confrontarsi tutti insieme, rafforzando i legami con persone già conosciute ed intessendo relazioni con persone nuove.

Oltre alla bellezza delle relazioni – che comunque già da sola varrebbe il viaggio! –, quali altri doni ha riportato a casa da questa esperienza?
Mi sono riportata la bellezza del clima di festa e di affetto vissuto in quei giorni. Ho sentito un bene palpabile e mi sono sentita parte di una Chiesa fatta di persone vere, che vivono una fraternità pura, autentica. Una Chiesa fatta di persone che hanno attraversato momenti duri, difficili, faticosi, ma che hanno saputo andare oltre le divergenze e restare unite per il bene comune della Chiesa e della società.
Mi sono riportata a casa la bellezza della Parola (n.d.r. di Dio) ricevuta e delle parole ascoltate durante le varie testimonianze. Parole che, in entrambi i casi, mi hanno dato molta carica per vivere il futuro con gioia, entusiasmo e coraggio.
Per tutto quanto vissuto sono molto grata al Signore e alla mia Associazione e sono pronta a condividerlo con chi incontrerò sulla mia strada. Questa è la bellezza dell’Azione Cattolica: il fatto che all’interno della nostra Associazione, io trovi sempre nelle relazioni e nella condivisione di esperienze, una forza incredibile, un’esortazione implicita ad essere testimone delle meraviglie che il Signore ha compiuto in me, proprio come dice lo slogan della nostra Assemblea, “Testimoni delle cose da Lui compiute”.

Foto riprese dalla pagina Facebook dell’Azione Cattolica della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone -Montalto

 

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