L’Istituto Repubblicano Internazionale (Iri) ha assegnato il Premio della Libertà 2024 a mons. Rolando Álvarez, vescovo della diocesi di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí. Il premio è stato ritirato da ieri da padre Benito Martínez, sacerdote esiliato negli Stati Uniti. “Abbiamo alzato la voce alle organizzazioni e ai Paesi a vocazione democratica, affinché rivolgano il loro sguardo alla Chiesa e al popolo del Nicaragua, dove sono stati violati tutti i diritti umani, a partire dalla dignità della persona e dal suo diritto al libero esercizio delle proprie convinzioni”, ha detto tra l’altro il sacerdote, che ha anche esortato la Chiesa a denunciare con coraggio quanto sta accadendo nel Paese. Si tratta del secondo riconoscimento per il vescovo (un altro premio sarà consegnato in Spagna, nei prossimi giorni).
Nell’agosto del 2022 il vescovo era stato tratto in arresto e, a febbraio 2023, in seguito a un processo farsa, era stato condannato a 26 anni di carcere e recluso nell’istituto penitenziario di La Modelo. Nello scorso gennaio, è giunto a Roma in seguito al ruolo attivo del Vaticano per la sua liberazione. Non ha effettuato apparizioni pubbliche o dichiarazioni nel corso di questi mesi.
Il regime nicaraguense di Daniel Ortega e Rosario Murillo in Nicaragua, nel frattempo, continua con i suoi attacchi alla Chiesa, e in particolare ha vietato le processioni pubbliche in onore della Vergine di Fatima in occasione della festività del 13 maggio. Lo riferisce l’avvocata e attivista Martha Patricia Molina, la voce più informata sulle persecuzioni alla Chiesa nel Paese centroamericano.
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