DIOCESI – Uscire di casa diventa, alla mia età, sempre più difficile e così le giornate si ripetono fino alla noia.
Sabato scorso, conosciuto su TV 2000 il programma della visita di Papa Francesco a Verona e l’impegno dell’Emittente a seguirne le orme, ho deciso di farne il mio programma del giorno con il semplice intervallo del pranzo. Che giornata splendida!
Tanto più che postomi al seguito ho ripercorso le tappe della mia lunga vita immedesimandomi con i protagonisti di oggi. Riproponendole qui ho pensato che avrei potuto sollecitare altri a fare lo stesso.
Le domande dei bambini!
Ne avrei fatte tante anch’io, perché ad ogni incontro ero sollecitato a farne da una zia catechista. Forse ne avrei fatte di più cattivelle! Papa Francesco nelle risposte si è dimostrato veramente straordinario, dotato di una preparazione pedagogica veramente eccezionale.
A differenza dei bambini di oggi, noi saremmo stati più timidi, abituati a sentire la voce del Papa PIO XII attraverso il gracchiare della radio.
“Ma’, Ernesto ha messo la radio sulla finestra, fra poco parla il Papa”. Eravamo allora a piazza Garibaldi a San Benedetto del Tronto e un vicino di casa aveva la radio e ogni volta che il Papa faceva un discorso si fermava e partecipava tutta la contrada.
Tuttavia quando parlava il Papa al di fuori della grandi feste liturgiche in un periodo di grande guerra, c’era da temere grandi sciagure.
Allora poi le famiglie non erano protette dagli uomini molti era stati richiamati alle armi, da noi poi vari motopescherecci erano stati requisiti dallo Stato e dislocati sulla costa dalmata con tutto l’equipaggio, le famiglie erano affidate alle donne e mia madre oltre a sei figli doveva accudire ai vecchi. Quando parlava il Papa con la su voce inconfondibile, quasi ieratica, tornava a casa con gli occhi gonfi di lacrime.
Mentre tutto questo passava nei ricordi, Papa Francesco tra canti si allontanava dalla piazza San Zeno; prima aveva parlato ai sacerdoti, ai diaconi ,ai religiosi e alle religiose con l’invito: “Dove c’è odio, seminiamo amore”.
Papa Francesco si è portato poi all’Arena dove c’era don Ciotti che stava parlando all’anfiteatro.
A mezzogiorno è giunto al carcere di Montorio.
Nel pomeriggio ha concluso la sua visita allo stadio Bentegodi con la santa Messa
Ogni tappa si è trasformata in un insegnamento; dovremmo prendere l’abitudine di interessarci di tutti questi avvenimenti che avvengono nella Chiesa per rendere sempre più robusta la nostra fede.
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