Il sistema sanitario di Haiti, già fragile, è sull’orlo del collasso a causa della violenza dei gruppi criminali nella capitale haitiana, Port-au-Prince. Lo ha denunciato ieri il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef). Secondo l’organizzazione, sei ospedali su dieci ad Haiti funzionano a malapena e la recente escalation di violenza a Port-au-Prince continua a privare i bambini dei servizi sanitari e dei farmaci essenziali.
Tutti gli ospedali del Paese “segnalano difficoltà nell’approvvigionamento e nella manutenzione delle forniture sanitarie critiche, mentre i voli cargo nazionali e internazionali da e per Port-au-Prince, recentemente ripristinati, hanno una capacità limitata e operano con molti ritardi. Lo stesso vale per il principale porto marittimo, che in passato era nelle mani dei gruppi armati”.
Il rappresentante dell’Unicef ad Haiti, Bruno Maes, ha spiegato che la combinazione di violenza, sfollamenti di massa, pericolose epidemie e crescente malnutrizione ha messo in ginocchio il sistema sanitario haitiano, “ma lo strangolamento delle catene di approvvigionamento potrebbe essere ciò che lo spezza”.
Vari container di forniture vitali sono stati bloccati o saccheggiati, così come molti magazzini e farmacie, denuncia l’organizzazione, mentre centinaia di container carichi di forniture umanitarie sono bloccati a Port-au-Prince, tra cui alcuni dell’Unicef che trasportano materiale medico, materno e neonatale. “Non possiamo permettere che un’assistenza vitale che potrebbe salvare la vita dei bambini rimanga intrappolata in magazzini e container. Deve essere consegnata ora”, l’appello di Maes.
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