Daniele Rocchi
Nel 2023 ci sono stati 11 casi di molestie verbali, sette attacchi violenti, 32 attacchi a proprietà ecclesiastiche, una profanazione di un cimitero e 30 casi segnalati di sputi contro o verso il clero e i pellegrini. I religiosi ascoltati hanno denunciato di aver ricevuto sputi anche più volte alla settimana. È quanto emerge da un Rapporto del Rossing Center di Gerusalemme, ong ebraica impegnata in particolare nel dialogo interreligioso, dedicato agli attacchi ai cristiani in Israele e a Gerusalemme Est.
Diffuso nei giorni scorsi, il Rapporto parla di “notevole aumento” degli attacchi contro i cristiani in Israele attribuendolo all’attuale “clima politico” caratterizzato da un “continuo spostamento verso l’estrema destra, da un crescente senso di nazionalismo e dall’enfasi su Israele inteso principalmente come Stato della popolazione ebraica”.
L’attuale governo israeliano, come è noto, è composto anche da fazioni e partiti ultra-ortodossi difensori delle istituzioni ebraiche ortodosse e contrari alle manifestazioni pubbliche cristiane. Dal Rapporto emerge che gli autori degli attacchi vanno ricercati, soprattutto, nelle fasce di adulti e giovani del mondo religioso degli ultra-ortodossi e dei coloni. Il Rossing Center chiede che le autorità facciano di più per contrastare questo fenomeno in crescita e raccomanda alle autorità israeliane di rafforzare la presenza e l’intervento della polizia nei siti critici, di formare le forze dell’ordine e le autorità locali riguardo le comunità cristiane, di migliorare i programmi di studio sul cristianesimo nelle scuole israeliane e di emettere condanne più severe e di incentivare i cristiani a denunciare gli attacchi.
La paura dei cristiani. “I cristiani sono una minoranza delle minoranze – commenta al Sir padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa – e soffrono la polarizzazione della società israeliana e della crescita dell’estremismo. Siamo davanti ad un fenomeno che in questi anni ho visto crescere e che è aumentato dopo l’approvazione della legge fondamentale (da parte della Knesset il 19 luglio 2018, ndr.) che riconosce ‘Israele come Stato-nazione del popolo ebraico’. Con questa legge chi aveva una mentalità discriminatoria si è sentito così legittimato”. Lo si è visto anche ieri nella Marcia della Bandiera nel Giorno di Gerusalemme dove, annota il francescano, “uno degli slogan cantati dai giovani nazionalisti ebrei era ‘morte agli arabi’”. Secondo Patton l’attacco terroristico del 7 ottobre 2023 e lo scoppio della guerra a Gaza, tra Hamas e Israele, “ha posto in secondo piano il fenomeno delle violenze contro i cristiani” aumentando la paura di questi ultimi circa un’ulteriore recrudescenza delle violenze nei loro confronti. “Gli stessi frati che vivono nei santuari più isolati – rivela il francescano – mi riferiscono i loro timori su possibili intrusioni di gruppi di fanatici violenti. Solo qualche mese fa due persone con mitra a tracolla hanno scardinato il cancello di ingresso del santuario del Tabor perché era chiuso e non veniva data loro la possibilità di entrare. Sono situazioni che potrebbero degenerare tragicamente”.
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