Sono finalmente atterrati a Roma i dieci bambini di Haiti adottati da famiglie italiane. “Stanno tutti bene, per quanto frastornati da quanto successo negli ultimi giorni, e hanno già potuto abbracciare i loro genitori!”, sottolinea in una nota l’Associazione Amici dei Bambini-Aibi.
“I bambini sono arrivati grazie a un volo speciale messo a disposizione dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale che si è adoperato, insieme con la sua Unità di crisi, la Commissione per le Adozioni internazionali, l’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo e i rappresentanti di tutti gli enti per sbloccare una situazione per nulla semplice”, ricorda Aibi, sottolineando che il “primo motore di tutto è stato l’impegno delle famiglie adottive, che non si sono mai arrese e hanno fatto sentire la loro voce in tutte le sedi, contattando parlamentari, presidenti di regione, media e autorità.
Ad Haiti, “la situazione è pericolosissima e gli scontri armati tra bande sono all’ordine del giorno. Solo pochi giorni fa tre persone sono state uccise proprio all’interno di un orfanotrofio e questo ha reso ancora più urgente, ma ancora più difficile, riuscire a far uscire in sicurezza i bambini dal Paese”.
Le famiglie adottive hanno fatto sentire il grido di abbandono dei loro figli e hanno dato la concreta dimostrazione di cosa significhi essere una famiglia: “Là c’è mio figlio. E io lo devo salvare!”. Questo grido è stato accolto in prima istanza dal ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani e da tutto lo staff del Ministero.
In tanti hanno collaborato per l’esito positivo della vicenda: “Davvero – rileva l’Aibi – questi dieci bambine e bambini sono i figli di tutta l’Italia, perché l’Italia tutta si è adoperata per farli arrivare qui dall’inferno di Haiti: lo hanno fatto le istituzioni, che di rappresentare ufficialmente l’Italia hanno il compito; ma lo hanno fatto anche gli enti con i loro professionisti e, soprattutto, le famiglie, che dell’Italia sono la base imprescindibile e insostituibile!”.
Rinnovando il ringraziamento a tutti quelli che si sono spesi per far arrivare i bambini in Italia, l’Aibi sostiene che la vicenda è “la prova concreta che quando si crede tutti insieme in un obiettivo – governo, istituzioni, enti autorizzati, famiglie, media – si possono ottenere grandi e impensabili risultati. Perché allora non mantenere questa virtuosa alleanza per rilanciare veramente l’adozione internazionale?”.
L’Aibi conclude: “L’invito, dunque, ora, nel festeggiare questi dieci bambini che erano abbandonati e sono tornati a essere figli, è di continuare a lavorare, tutti insieme, per salvare le centinaia di migliaia di bambini che ancora attendono nell’inferno del loro abbandono, negli orfanotrofi e nelle strade dell’Africa, del Sud e Centro America, dell’Asia e dell’Europa: tutti insieme si può fare”.

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