I mosaici dell’ex gesuita Marko Rupnik andrebbero smantellati dal santuario di Lourdes in rispetto delle persone “provate e ferite” vittime di abuso ma la decisione di rimuoverli incontra ancora “forte opposizione da parte di alcuni”. Pertanto la decisione “non è ancora matura”. Così, in un lungo comunicato, il vescovo di Lourdes-Tarbes, mons. Jean-Marc Micas, spiega la situazione delle opere di Rupnik presenti nel santuario mariano e il punto di vista della diocesi. Il vescovo (che già era intervenuto ieri sull’argomento in un’intervista a La Croix) spiega nella nota che a seguito della scoperta delle numerose aggressioni in cui è stato implicato Marko Rupnik, “molte persone che sono state vittime di violenza sessuale e di abusi da parte di chierici hanno espresso la loro sofferenza e la violenza che questa esposizione suscitava in loro”. La diocesi ha così deciso, tra maggio e ottobre 2023, di istituire una commissione, in stretta collaborazione con il rettore del santuario. Tra i membri figuravano vittime (francesi e straniere), ma anche esperti specializzati in arte sacra, giuristi, persone impegnate nella prevenzione e nella lotta agli abusi e cappellani di Lourdes. La commissione ha lavorato dal novembre 2023 fino ad oggi ed ha potuto ascoltare e leggere i pareri di tante persone che hanno voluto inviare il loro contributo: cardinali e vescovi, artisti, giuristi, vittime, pellegrini, ecc. Le opinioni ricevute sono diverse tra loro.

Dovremmo lasciare questi mosaici dove sono? Dovrebbero essere distrutti? Dovrebbero essere rimossi o visualizzati altrove?”, chiede il vescovo , per poi affermare: “Non c’è consenso su nessuna proposta!”. “La mia opinione personale – prosegue mons. Micas – è ormai chiara: questa situazione non ha nulla a che vedere con altre opere il cui autore e le cui vittime sono morte, a volte per diversi secoli. Qui le vittime sono vive e lo è anche l’autore. Inoltre, ho capito nel corso dei mesi che non era mio compito ragionare in base allo statuto di un’opera d’arte, alla sua ‘moralità’ che va distinta da quella del suo autore. Il mio ruolo è far sì che il santuario accolga tutti, soprattutto chi soffre; tra loro persone vittime di abusi e violenze sessuali, bambini e adulti”.
“A Lourdes – scrive quindi il vescovo -, le persone provate e ferite, che hanno bisogno di consolazione e riparazione, devono restare al primo posto. Questa è la grazia specifica di questo santuario: nulla deve impedire loro di rispondere al messaggio della Madonna che le invita a recarsi lì in pellegrinaggio. Poiché per molti questo è diventato impossibile, la mia opinione personale è che sarebbe meglio rimuovere questi mosaici”. Ma questa opzione incontra “addirittura una vera opposizione”. “Oggi la decisione migliore da prendere non è ancora matura”, conclude il vescovo. E se una decisione al momento fosse presa, “non sarebbe sufficientemente compresa, aggiungerebbe ancora più divisione e violenza”. Mons. Micas assicura il massimo impegno a “lavorare ancora di più con le vittime, per discernere cosa si dovrebbe fare, qui a Lourdes, per onorare l’esigenza assoluta della consolazione e della riparazione”. D’ora in poi però i mosaici di Rupnik “non verranno più messi in risalto, come finora si è fatto, con giochi di luce durante la processione mariana che ogni sera riunisce i pellegrini. Questo è un primo passo”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *