(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

(Trieste) “La democrazia non si riduce a scegliere i propri rappresentanti: è partecipazione a un’opera condivisa e concreta affidata a ciascuno”. Lo ha detto fratel Sabino Chialà, priore della Comunità di Bose, aprendo con la sua meditazione biblica la seconda giornata della Settimana sociale di Trieste. “L’autorità è affidata a tutti, nessuno è senza autorità, né nella Chiesa né nella società”, ha spiegato il relatore, tuttavia “non è questione di titoli ma di azioni concrete”.

In base al mandato di Gesù, infatti, “tutti hanno il potere di edificare o di distruggere, ciascuno nella sua misura. Tutti hanno autorità e ognuno deve rispettare l’autorità degli altri”. “Il problema non è chi esercita l’autorità, ma come la esercita”, ha puntualizzato il priore, secondo il quale “un potere abusante non è soltanto quello esercitato da un singolo, può essere anche un potere esercitato da una intera comunità, da un sistema economico o di comunicazione”. “Il primo scivolamento verso un’autorità abusante è il cattivo uso della parola”, la tesi di Chialà: “la vera autorità è terapeutica, opera per il bene dell’altro, aiuta l’altro a stare al mondo. Il primo fallimento dell’autorità è quello di chi si serve degli altri anziché servire, di chi opera per la morte invece che per la vita”. Infine, “un’autorità autentica ha bisogno della libertà da a se stessi: solo gli uomini liberi da sé stessi e dal proprio narcisismo potranno essere davvero autorevoli. L’autentica autorità è oblativa: ogni abuso di autorità implica sempre la non libertà da se stessi”.

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