COLONNELLA – Si è svolta a Colonnella, Domenica 14 Luglio, la tradizionale Festa dei Manocchi in onore di Maria Santissima del Suffragio, organizzata come di consueto dal Comitato Feste Parrocchiali della parrocchia San Cipriano. 
Di origine pagana ma poi divenuta momento di ringraziamento alla Vergine Maria, la festa ha avuto il culmine nella solenne Messa delle ore 11:00, presieduta presso la chiesa San Cipriano dal parroco don Dino Straccia e concelebrata da padre Thomas, dal diacono Domenico Maria Feliciani e dal numeroso popolo di Dio accorso. La celebrazione è stata impreziosita dall’amabile canto delle due corali parrocchiali, la Corale di San Cipriano e la Corale di San Giovanni Evangelista, riunitesi insieme per l’occasione.
Tra i numerosi fedeli giunti a pregare anche i due Gruppi Folkloristici locali, “Truentum” e “Ruralia”, i cui esponenti hanno indossato gli abiti tradizionali abruzzesi.
Presenti infine anche la Confraternita locale “Madonna del Suffragio”, che da pochi giorni ha definito ed ufficializzato il proprio assetto giuridico, l’organigramma e il nuovo nome, il Comitato “Madonna Regina della Pace” di San Giovanni e le numerose Confraternite giunte dall’Abruzzo, dal Molise, dalle Marche e dall’Emilia Romagna.
A fare da cornice all’altare, da un lato, è stata esposta la statua lignea cinquecentesca della Madonna del Suffragio.

Numerosi i momenti da ricordare, a partire dalle tradizionali carrate di grano giunte in Piazza del Popolo alle ore 10:30 dalla tenuta D’Ambrosio, guidate da una coppia di mucche. La festa dei Manocchi, infatti, viene celebrata ogni anno nella seconda Domenica del mese più caldo dell’anno, a mietitura conclusa, quando possono essere donati alla Madonna i covoni di grano – detti anche manocchi – con i quali, anticamente, si costruivano le “carrate”. Preparate anche quest’anno da alcuni giovani Colonnellesi sotto la guida esperta di Luciano Marchetti, Roberto Pecchini  e dell’assessore Stefano Bastianelli, figlio del compianto Armando, le carrate dell’anno 2024 sono state accompagnate per le vie del paese dalla Banda della Città di Ancarano e dal Gruppo Folkloristico “Truentum”, curato dalla Prof.ssa Pasqua Gina D’Ambrosio, che ha ereditato l’onore e l’onore di proseguire la tradizione dall’amata sorella Maria Antonietta, morta lo scorso anno. Ad attenderli in piazza c’era la signora Piera Di Felice con il suo Gruppo Folkloristico “Ruralia” e con le loro conche di rame ripiene di spighe e i loro cesti ricolmi di primizie che, come da tradizione, sono state donate al sacerdote durante l’Offertorio per le necessità delle due parrocchie cittadine.

All’inizio della celebrazione Guerino Reganatini, appena riconfermato priore della Confraternita locale che porta proprio il nome della Madonna del Suffragio, ha dato il benvenuto alle numerose Confraternite giunte dalle regioni vicine per l’XI Raduno, nominandole una per una ed invitando i priori a sedere sui posti riservati sull’altare. Durante la celebrazione la Confraternita colonnellese ha accolto due nuovi membri: il giovane confratello Lorenzo Massetti, di appena 15 anni, e la consorella Tiziana Cicolani, i quali hanno promesso solennemente davanti all’altare di onorare la Madonna del Suffragio e di obbedire alle regole della Confraternita. Il priore Reganatini ha inoltre salutato le numerose autorità civili presenti: per il Comune di Colonnella il sindaco Biagio Massi, la vicesindaca Mirella Pontuti, gli assessori Elia Grasso e Giorgia Piccioni; per il Comune di Martinsicuro il sindaco Massimo Vagnoni; per il Comune di Corropoli il sindaco Dantino Vallese e il vicesindaco Massimo Micozzi; per il Comune di Sant’Egidio alla Vibrata, la vicesindaca Alessandra Lucidi; per il Comune di Monteprandone, il consigliere Matteo Spinozzi. Presenti anche le autorità militari: il Maresciallo Ordinario Gianni Mattioli, Comandante in Sede Vacante della Stazione dei Carabinieri di Colonnella, e il Tenente Bruno Cicchi, Comandante dei Vigili Urbani del Comune di Colonnella.

Queste le parole del parroco don Dino Straccia durante l’omelia:
“La presenza di numerose Confraternite giunte dalle regioni vicine ci ricorda migliaia di anni di storia, cultura e anche devozione, in quanto in passato esse erano il cuore pulsante delle parrocchie. Tuttavia oggi non siamo qui per parlare di questo, bensì per chiederci chi siamo. Chi siamo noi? Noi siamo questo: le nostre tradizioni sono le nostre radici. C’è un documento bellissimo sulla sacra liturgia emanato dal Concilio Vaticano II, la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium, in cui si afferma che la Chiesa è Santa e meretrice. In tutti noi, infatti, c’è un binomio di bene e di male. E anche in ogni tradizione c’è il bene e c’è il male. Le tradizioni che noi coltiviamo pertanto non possono ridursi ad indossare un vestito o a venerare una statua in maniera vuota, senza essere accompagnati dalla fede. La tradizione ci ricorda chi siamo veramente: noi siamo i figli del Dio dell’Amore; siamo quelli che annunciano nel mondo una nuova era, appunto l’era dell’Amore; siamo persone chiamate ad amare e perdonare. Proprio come ha fatto Maria, Sua Madre, che ha perdonato coloro che hanno messo a morte Gesù e che lo ha fatto prima ancora che lo facesse Suo Figlio. Il fulcro della nostra festa, dunque, non può essere il fare, per ricordare gli antichi costumi, bensì l’essere, per vivere con coerenza il nostro presente e costruire il nostro futuro. Riportiamo nelle nostre case, nelle nostre comunità, la gioia di essere cristiani, la gioia di vivere la sequela di Gesù“.

Un altro momento significativo è stato quello in cui il centenario Abramo Rossi, fresco di cittadinanza onoraria colonnellese ricevuta Sabato 13 Luglio, ha donato un ex voto alla Madonna del Suffragio. All’interno del quadro, oltre ad un prezioso ciondolo in argento, Rossi ha collocato un importante cimelio di famiglia: un santino con l’immagine della nostra Madonna, alla quale sua madre lo affidò prima di andare in guerra. La preghiera di affidamento alla Vergine Maria, scritta a mano, è opera della zia, in quanto sua madre era analfabeta e non sapeva scrivere. Oggi, a distanza di oltre ottant’anni, quella preghiera assume il significato di un’autentica testimonianza di fede, che il sottotenente Abramo Rossi ha voluto fare davanti all’assemblea riunita per la festa per ringraziare la Madonna per la vita ricca di grazie che ha vissuto. Queste le parole che il parroco don Dino ha detto in merito al centenario Rossi: “Gesù vuole la nostra gioia. Vuole che viviamo nel mondo, ma non con gli occhi del mondo, non prostrandoci alla mentalità del mondo, bensì vivendo con i Suoi principi nel nostro cuore. E oggi, a tal proposito, abbiamo l’esempio di Abramo Rossi, il quale, ad un certo punto della sua vita, appena ventenne, si è ritrovato a dover fare una scelta impegnativa che ha segnato la sua intera esistenza. Durante la Seconda Guerra Mondiale, le autorità militari tedesche gli hanno detto: ‘Se ti allei con noi, potrai essere libero. Se non ti allei con noi, ti porteremo in un campo di concentramento’. Qui non c’entra la politica. Parlo della persona e della sua scelta. Chi di noi farebbe una scelta del genere?! Provate ad immaginare cosa significhi stare in un campo di concentramento. Oggi allora siamo qui non per onorare Abramo, la sua persona, bensì i suoi valori. Abramo non ha venduto i suoi valori ed oggi è qui per ringraziare  la Madonna per avergli fatto vivere una vita intensa e ricca di amore“.

Alle ore 12:30 si è svolta la solenne processione con la Statua della Madonna del Suffragio, che quest’anno ha seguito un percorso inedito ed è stata trasportata per le vie del paese posizionata sopra al carro e solo nel tratto finale a spalla dai confratelli, un gesto di devozione alla Madonna particolarmente faticoso, considerando le temperature proibitive di Domenica che hanno sfiorato i 40°.

Nel pomeriggio ed in serata si è dato vita anche ai festeggiamenti civili. Tra le iniziative ricordiamo in particolare la presenza di stand enogastronomici curati dall’Associazione San Giovanni Street della parrocchia San Giovanni Evangelista. Spettacolari infine i fuochi d’artificio della mezzanotte che hanno concluso la ricca giornata di festa. Una festa talmente radicata nel cuore della gente, che molti Colonnellesi emigrati in altre città o addirittura all’estero, sono tornati da lontano per rinsaldare un legame che né la distanza né il tempo hanno reciso.

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