Di Marco Valeri
Che significato oggi può aver la celebrazione dei vari centenari di Francesco di Assisi: la Regola e il Natale di Greccio (1223-2023), il dono delle Stimmate (1224-2024, il cantico delle creature (1225-2025), la morte di Francesco (1226-2026)? Quale contributo possono portare le scelte del Poverello di Assisi alla società di oggi anche lontana dalla fede?
Riflettendo sulla sua vita, sorprende sempre più constatare quanto Francesco di Assisi non sia stato “un uomo di un altro mondo”. Egli è stato un Gigante del desiderio, un uomo di azione, che ha saputo coinvolgere molte persone nel suo “desiderio celeste”, così come descritto da San Bonaventura (LegM I,4). Francesco ha applicato uno stile partecipativo e al tempo stesso di solida fermezza, qualità tipiche che contraddistinguono un leader guidato dall’amabilità e soprattutto dal senso che ha orientato la sua vita.
Ripercorrendo il carisma francescano, potremmo definire Francesco il precursore di una parte della teoria dell’organizzazione aziendale, perché, in vista della custodia del bene comune, ha avuto l’intuizione di anticipare principi manageriali oggi ben noti agli studiosi della materia. Sarebbe riduttivo associare alla figura di Francesco il solo ruolo di leader. Egli ha avuto il coraggio di progettare un’organizzazione sociale, strutturata in parti, intenzionalmente ordinata e diretta al conseguimento di un preciso fine, ovvero il desiderio celeste, cioè il seguire Cristo povero e crocifisso e il suo Vangelo.
Tali intuizioni potrebbero oggi essere valide per l’organizzazione nei diversi ambiti dove a volte vige l’accentramento del potere oppure la confusione dei ruoli ed ancora lo sfruttamento delle persone? Come ritornare a mettere al centro la persona, fatta ad immagine e somiglianza di Dio, capace di rispettare le regole donando tutto di sé in sinergia con gli altri per la realizzazione del bene comune?
Pertanto, la freschezza vocazionale di Francesco supera il tempo e lo spazio e ci
ricorda costantemente quanto sia importante gestire con efficacia ed efficienza, principi prettamente manageriali, le relazioni interpersonali nelle diverse situazioni della vita, senza badare a convenzionalismi e senza perdere di vista il desiderio celeste quale obiettivo principale.
L’intuizione e la lungimiranza, alla base della visione strategica di Francesco, hanno orientato le sue decisioni scontrandosi con le inevitabili contingenze di cui è ricca la strada per raggiungere qualsiasi obiettivo prefissato.
Pertanto l’attualità dell’agire di Francesco, sebbene vissuto nel 1200, è ancora viva e continua ad orientare l’agire dei suoi figli spirituali chiamati ad essere testimoni in una società umana benedetta dal Signore.
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