La gigantografia di padre Paolo Dall’Oglio esposta al Campidoglio (Foto archivio ANSA/ MASSIMO PERCOSSI)

A 11 anni dal rapimento di Paolo Dall’Oglio, avvenuto il 29 luglio 2013 a Raqqa, Siria, oggi, 28 agosto, sarà in libreria il secondo volume delle conferenze del gesuita romano, intitolato “Dialogo sempre con tutti” e pubblicato da Itl Libri con il marchio Centro Ambrosiano. Il volume, che include un messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e un’introduzione di padre Jihad Youssef, “rappresenta – come spiega la redazione dell’editrice – una testimonianza vibrante della visione profetica di Dall’Oglio, fondata sull’unità e il dialogo tra cristiani e musulmani”. Le sue parole, frutto di conferenze tenute tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, “riflettono un impegno incrollabile verso la costruzione di ponti tra culture e religioni diverse, un cammino che egli ha percorso con coraggio fino al giorno del suo rapimento”.
Il libro è stato realizzato con il contributo della comunità monastica al-Khalil di Deir Mar Musa, da lui fondata nel deserto siriano nel 1991, e della Fondazione ambrosiana attività pastorali (Faap). Padre Paolo, la cui vocazione si radicava profondamente nel dialogo interculturale, dichiarava: “Non stiamo fondando una comunità islamo-cristiana, ma ci stiamo aprendo all’opera dello Spirito Santo dentro di noi e anche attraverso di noi nell’ambiente islamico”. Le sue riflessioni sul dialogo tra uomini e donne e tra le diverse fedi emergono dal volume come “un faro di luce in un mondo spesso segnato da divisioni”.
Con il primo volume “Il mio testamento”, uscito nel 2023, e un terzo previsto per il 2025, l’obiettivo dichiarato è di mantenere viva l’eredità spirituale e intellettuale di padre Paolo. In questo nuovo volume, padre Youssef, superiore della comunità di Deir Mar Musa, afferma: “Abbiamo piantato la vigna che tanto desideravi… e abbiamo fatto fiorire il deserto nella valle del monastero”. Questa testimonianza “è un omaggio a un uomo il cui spirito continua a ispirare coloro che credono nel dialogo come strumento di pace”.

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