SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – “Grazie dell’affetto e dell’accoglienza! Davvero abbiamo la gioia di camminare insieme e questo è un dono di Dio. Ognuno di noi, in questo cammino, è protagonista e dà il suo contributo: i bambini, i ragazzi, le famiglie, gli anziani. Nessuno è inutile! Nessuno è da scartare! Tutti, tutti quanti, camminiamo insieme. Ed è questo il bene comune: camminare insieme, lasciando che tutti diano il loro contributo e che tutti esprimano la propria dignità. Ringrazio il Sindaco, ringrazio don Luigino e ciascuno di voi!” – Si è concluso con queste parole, colme di gioia, gratitudine e speranza, il ricco pomeriggio vissuto dall’arcivescovo Gianpiero Palmieri con i fedeli di Sant’Egidio alla Vibrata in occasione della festa in onore di Sant’Egidio Abate, patrono dell’omonima Parrocchia e della Città abruzzese.

Grande è stata la partecipazione dei fedeli, già a partire dalle ore 17:30, quando si sono ritrovati nella chiesa del Sacro Cuore per la preghiera del Rosario. Alle ore 18:00 la Santa Messa, presieduta dal vescovo Gianpiero Palmieri, è stata concelebrata dal parroco don Luigino Scarponi, da altri due sacerdoti della Vicaria Santa Maria in Montesanto, don Marco Claudio Di Giosia e don Elvezio Di Matteo, e da due sacerdoti ospiti, don Gian Luca Pelliccioni e don Adam Baranski. Tra la numerosa folla, presenti anche le massime autorità civili e militari locali: in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, il sindaco Annunzio Amatucci, la vicesindaca Alessandra Lucidi, l’assessore Gianluca D’Antonio e la consigliera Manola De Santis; il comandante della Stazione dei Carabinieri di Sant’Egidio alla Vibrata, il maresciallo Paolo Dorigo; il comandante della Polizia Locale, il tenente Valerio Biocca.

Dopo la lettura del Vangelo da parte del diacono Giovanni Scarciglia, il vescovo Gianpiero, commentando il brano del Vangelo appena ascoltato, ha detto: “Carissimi, è con grande gioia che ci ritroviamo qui stasera per la festa del vostro Patrono, Sant’Egidio, che è un monaco. Questa parola, nella tradizione cristiana, significa due cose. Prima di tutto solitario: Sant’Egidio, infatti, appartiene alla schiera di quelle persone che sentono la vocazione di vivere in solitudine con il Signore. Ma non c’è nessun egoismo in questa scelta, perché l’altro motivo che lo spinge alla solitudine è un obiettivo, l’unificazione interiore. Monaco, infatti, significa anche unificato. Cos’è l’unificazione interiore? Dentro di noi esistono pensieri diversi, sentimenti contrastanti, e non tutti ben coerenti. Pertanto a volte vogliamo una cosa, a volte un’altra; in alcuni momenti siamo felici, in altri tristi, come se fossimo passati sotto un treno; alcune volte ci sentiamo il cuore leggero, altre volte appesantito. E questo è un problema.
Il Vangelo di oggi (Mc 7,1-8.14-15.21-23) ci ricorda che nella tradizione ebraica antica ci sono 700 precetti, tantissimi e minuziosi precetti, per essere puri davanti a Dio, cioè persone giuste che fanno la volontà di Dio. Gesù dice che molti di questi precetti sono degli uomini, non sono volontà di Dio e Dio non li vuole. Ad esempio, non so se vi sia mai capitato di invitare un ebreo a pranzo da voi. Se non lo avete mai fatto e magari lo farete con un ebreo osservante, scoprirete che sono tantissimi i cibi non permessi, perché ritenuti impuri. Gesù ribalta completamente questa convinzione, precisando che gli alimenti non hanno la forza, la capacità di rendere il tuo cuore puro o impuro. Quello che esce dal cuore dell’uomo, lo rende impuro. Furti, omicidi, calunnie, superbie, egoismi: questo rende il cuore dell’uomo impuro davanti a Dio, non i precetti alimentari.
Questa precisazione di Gesù ci interessa tanto: una cosa, infatti, è il comandamento di Dio, un’altra cosa sono i precetti dell’uomo. Questo significa che la Parola di Dio, che tu accogli nel cuore, ha la capacità di purificarti il cuore. Quando tu ascolti la Parola di Dio e la fai entrare nel tuo cuore, quando ti apri all’azione dello Spirito Santo, quando vivi nell’ascolto della Parola, nella meditazione e nella preghiera, ecco allora che il tuo cuore si unifica. Perché si unifica? Perché mi sento sempre sotto lo sguardo d’amore di Dio.
Ed è quello che succede ad Egidio. Nella solitudine il suo cuore si unifica. Perché si dice: ‘Chi sono io, Signore? Sono tuo figlio, tuo figlio che ti ama infintamente. Anche, quando non si merita niente, Tu lo ami. Anche quando si butta giù o al contrario si esalta troppo, Tu lo ami. Anche quando sbaglia, Tu, Signore, lo ami’. E questo Cuore di Dio, la sua Parola dentro di noi, la potenza del suo Spirito, fa sì che il nostro cuore ritrovi la nostra integrità, la sua unità. Pian piano capiamo dentro di noi chi siamo davvero: figli liberi e amati di Dio”.

Commentando le altre due Letture del giorno, il vescovo Gianpiero ha proseguito: “Ho aggiunto la parola liberi, perché, come viene detto nella Prima Lettura (Dt 4,1-2.6-8), Dio, per bocca di Mosè, ci dice che, per farci rimanere liberi, ci dà i Comandamenti. Quindi non per metterci alla prova, ma per farci restare puri, giusti, liberi. E anche nella Seconda lettura, nella Lettera di Giacomo (Gc 1,17-18.21b-22.27), viene ripreso lo stesso concetto. Finché ti metterai davanti alla Parola di Dio, è come se ti guardassi davanti ad uno specchio, quindi saprai chi sei, perché lo specchio ti dirà chi sei, cioè figlio libero di Dio. Ma, se tu questa Parola non te la metterai davanti agli occhi sempre, allontanandoti dallo specchio – che è la Parola di Dio -, non vedrai più niente e non saprai più chi sei. È un’immagine bellissima! La Parola di Dio ti dice chi sei. Nel momento in cui non la ascolti più, non sai più chi sei. E ti vendi, ti sottovaluti, ti disprezzi, ti umili o ti esalti.
Quando Egidio vive la solitudine del monaco, sperimenta che nell’ascolto della Parola di Dio il suo cuore si unifica ed ecco che Egidio può diventare una casa accogliente per tutti i suoi fratelli. Spesso dai monaci andiamo noi, che abbiamo bisogno di ritrovarci con l’aiuto della Parola. Il monaco, che sta sempre sotto lo sguardo della Parola di Dio, con il cuore semplice ed unificato, ci può accompagnare in tanti modi. Tanti monaci sono madri e padri spirituali per tanti laici. Pensate alle Clarisse di San Benedetto o alle Benedettine di Offida ed Ascoli. Tante persone vogliono parlare con loro e, dopo il loro aiuto, tornano ad ridiventare consapevoli di chi sono davvero. Ecco perché è bello avere come patrono Egidio, perché significa sapere che il Signore, con la Sua Parola, magari nel silenzio e nella solitudine, mi restituisce, come nello specchio, l’immagine di chi veramente sono. Ed ecco che finalmente la Parola di Dio guarisce e riunifica“.

Palmieri ha poi concluso: “Carissima comunità cristiana, allora camminiamo insieme, con l’aiuto della Parola di Dio, aiutandoci gli uni gli altri, aiutandoci nella fede. Abbiamo bisogno gli uni degli altri sempre. Vedo le famiglie, vedo i giovani, vedo i bambini: è così bello tutto questo! È così bello ritrovarsi insieme la Domenica, spezzare il buon Pane della Parola e il Pane dell’Eucaristia e sentire che il Signore ci guarisce il cuore e ci rimanda nel mondo per dare il nostro contributo alla fraternità e al bene comune”.

Durante l’Offertorio, tra i vari doni portati all’altare, anche due omaggi personali molto significativi al vescovo Gianpiero: una camicia realizzata dagli artigiani camiciai di una nota azienda locale, segno della vocazione alla laboriosità del territorio, di antica tradizione benedettina; una maglietta personalizzata, uguale a quelle usate dai bambini e dai ragazzi della Parrocchia durante il settimo Palio di Sant’EgidioRagazzi in festa’, ispirato quest’anno al tema delle emozioni, sulla scia del film di animazione ‘Inside out‘, un tema quasi profetico se collegato al discorso fatto dal vescovo Gianpiero durante l’omelia sul cuore unificato, sul riuscire a tenere insieme sentimenti ed emozioni contrastanti, dando loro integrità e unità.

Al termine della celebrazione, i fedeli, insieme ai Cori riuniti della Parrocchia Sant’Egidio Abate e al Corpo Bandistico Città di Ancarano, hanno dato vita ad una lunga processione per le vie della città con la statua del Santo Patrono, cantando e pregando. Alla processione ha partecipato anche l’arcivescovo Palmieri, il quale è stato protagonista di un gesto che ha riempito di tenerezza il cuore dei presenti: lungo la strada, probabilmente attirata dal suono e dal canto dei fedeli, una giovane mamma si è affacciata all’uscio della porta con un neonato di pochi giorni e mons. Gianpiero, seppur in cammino con il resto dei fedeli, non ha resistito e si è fermato un attimo per dare una benedizione alla donna e al piccolo, che, compiaciuto, ha sorriso.

Al termine della processione, sul sagrato della chiesa, il primo cittadino, Annunzio Amatucci, ha salutato il vescovo Gianpiero con queste parole: “Sono veramente felice di darle il benvenuto nella nostra Città. Noi, caro vescovo, siamo un’Amministrazione giovane, che si è insediata solo da pochi mesi. La ringraziamo già da subito, per i bei frutti che già sta portando tra noi: la chiesa, infatti, oggi era gremita come non succedeva da tempo. Le chiediamo inoltre di ricordare noi amministratori nelle sue preghiere, affinché operiamo per il bene della comunità“. Anche don Lugino Scarponi ha ringraziato tutti i presenti, in particolare i Cori riuniti della Parrocchia e il vescovo Gianpiero per aver fatto riempire la piazza.

Gli eventi in onore del Santo Patrono proseguiranno fino al 6 Settembre. Tra i vari appuntamenti ricordiamo quello di Martedì 3 Settembre, alle ore 21:15, presso piazza Europa, dove, per il quarto anno consecutivo la città vivrà una serata di dialogo cattolico-islamico dal titolo “Incontriamoci per conoscerci meglio”, atteggiamento alla base del rispetto nella diversità e convivenza, costruendo la civiltà dell’integrazione. Durante l’incontro saranno letti in italiano ed arabo preghiere e brani tratti dal Vangelo e dal Corano. Saranno presenti ed interverranno il vescovo Gianpiero Palmieri e l’imam Mustapha Batzami.

 

 

 

 

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