Foto Calvarese/SIR

“Il narcisismo d’autore è nemico della sinodalità perché contrappone l’uno all’altro, vuole mettere uno al di sopra dell’altro, umilia la comunione che è la premessa e il frutto della sinodalità”. Lo ha ricordato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’omelia della messa che ha aperto i lavori del Comitato nazionale del Cammino sinodale. Il card. Zuppi ha sottolineato che spesso “non abbiamo passione, capacità di piangere per i ragazzi che girano con un coltello e si uccidono, compassione per un mondo violento e crudele”. “Il Signore – ha spiegato – ci aiuta invece a rientrare in noi stessi, ci fa ricordare il poco che abbiamo per essere ricchi e rendere ricchi gli altri”.
Commentando la prima lettera di san Paolo ai Corinzi, infatti, il presidente della Cei ha osservato che a volte “non sappiamo riconoscere i doni, pensiamo siano merito nostro” mentre invece “tutto è grazia”. “Se siamo liberi dall’orgoglio, allora siamo più liberi di essere noi stessi”, ha affermato il cardinale invitando ad “aiutare gli uomini nella ricerca di speranza e di futuro”. “Guardiamo con coraggio al futuro della Chiesa e del mondo per annunciare la presenza del Signore che rende piena la vita delle persone”, è stato l’incoraggiamento del presidente della Cei che ha voluto ringraziare il Comitato nazionale del Cammino sinodale per “il lavoro bellissimo e importante fatto finora”.

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