“Le culture dell’apparire non saziano, lasciano spazio all’ipocrisia che tanto demotiva le giovani generazioni”.
Lo ha detto madre Maria Ignazia Angelini, nella meditazione odierna sul Sinodo sulla sinodalità, alla presenza del Papa. Secondo la religiosa, “è necessario dissociarsi dalla vanità di sapienze che impongono conformismi mediatici, procedure – osservanze – vuote. L’appiattimento di culture dell’apparire, che non saziano, anzi ci affamano. Che estenuano le giovani generazioni”. “Non per niente tanti giovani, disaffezionati, che disertano le liturgie, ci rimbalzano la domanda: ‘Ma voi quando vi radunate cosa fate?”, ha fatto notare madre Angelini, secondo la quale “la doppiezza di cuore contraddice radicalmente la convivialità delle differenze. Il dialogo con le culture implica discernimenti rischiosi, poco applauditi, che oggi di nuovo dobbiamo imparare”. “Nel concreto del contesto storico in cui viviamo e soffriamo, oscurato da tanta cieca violenza, e da così sofferta estraneità, il Vangelo ci dà criteri di raduno, ‘altri’ dal mondo della legge o dell’impresa”, la tesi della religiosa: “Forse, oggi, si tratta di ritrovare la fecondità di luoghi in cui condividere fame e umile, tenace speranza. Legami di fiduciosa condivisione, sintonie tra cercatori di fraternità. Una Betania sempre prepara e prefigura il Cenacolo.
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