“I migranti, forzati a emigrare da guerre, violenze di ogni genere, necessità economiche, disastri climatici, non sono nemici da combattere ed eliminare, ma esseri umani da accogliere, rispettare e valorizzare”.

Lo affermano i delegati dei Missionari scalabriniani presenti in Europa e Africa, riuniti nel XVI Capitolo generale – in corso a Rocca di Papa – con gli altri delegati appartenenti alla congregazione provenienti da tutto il mondo. In una nota resa nota questa mattina i religiosi sottolineano che ribadire il valore umano dell’accoglienza sia oggi più che mai urgente. “Tale convinzione-affermazione – si legge nella nota – è oggi più urgente in quanto alcune dichiarazioni politiche, alcuni media e parte dell’opinione pubblica, in preda al furore ideologico anti-migranti spacciato per lotta ai trafficanti di esseri umani, si prefigge non solo di chiudere le frontiere ai migranti, ma anche di rinchiuderli in centri di detenzione in Paesi extra europei come Albania e Uganda prima di rispedirli come pacchi postali nei loro Paesi d’origine, che per ‘decreto legge’ sono ritenuti ‘sicuri’ non perché lo siano realmente ma perché permettono ai Paesi europei di liberarsi di uomini, donne, bambini che hanno il solo demerito di fare appello all’umanità in società sempre più disumanizzate”. Per i religiosi è possibile un altro approccio alla realtà di migranti e rifugiati: il fenomeno migratorio “per essere affrontato con razionale umanità ha bisogno di idee e soluzioni che rispettino le persone e i loro diritti e non che le mortifichino relegandole in ‘non luoghi’ o le respingano in Paesi che non sono sicuri come si vorrebbe far credere”. Per questo è “urgente” promuovere “un approccio comune e corresponsabile alla gestione dei flussi dei migranti, che si impegni ad ampliare e a realizzare vie sicure di ingresso, azioni di ricerca e salvataggio in mare delle persone, senza criminalizzare le Ong, e combatta realmente le reti criminali dei trafficanti, evitando di offrire denaro pubblico o mezzi navali a fantomatiche guardie costiere di Paesi non sicuri”. Servono – scrivono ancora – flussi regolari di migranti che “in accordo cooperativo con i Paesi di origine offrano nuove soluzioni in loco e limitino realmente le tragedie in mare. Nonostante le continue provocazioni e rivendicazioni sovraniste che mirano a tenere in ostaggio di misure poliziesche e repressive i migranti e le loro famiglie, il fenomeno migratorio va affrontato a livello europeo e a livello mondiale con nuove politiche comuni di accoglienza e cooperazione internazionale. Servono, allora, soluzioni strutturali in grado di vivere concretamente la solidarietà tra popoli”.

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