Gigliola Alfaro
Pompei si prepara a celebrare “una ulteriore tappa della sua straordinaria storia di fede, di devozione mariana e di carità: un Anno in preparazione al 150° anniversario dell’arrivo a Valle di Pompei del quadro della Vergine del Rosario, il 13 novembre 1875, evento che segnò la fondazione del santuario e di fatto della nuova città”. Lo ha sottolineato l’arcivescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo, in una messa celebrata la sera di martedì 12 novembre per dare solenne inizio all’Anno in preparazione al 150° dell’arrivo del quadro e della fondazione del santuario. Il presule ha scritto anche una lettera pastorale intitolata “Il Giubileo della Chiesa di Pompei nel Giubileo della Chiesa universale”.
Così, dentro all’evento del Giubileo del 2025, “la nostra Chiesa di Pompei si appresta a vivere, a sua volta, un Giubileo tutto proprio”, ha spiegato mons. Caputo, ricordando, poi, il messaggio di Papa Francesco per il 150° anniversario dell’arrivo del quadro della Vergine del Rosario a Pompei. Il Pontefice si unisce “spiritualmente a quanti celebreranno la significativa ricorrenza e sosteranno in orante raccoglimento presso il tempio mariano pompeiano, per trovare conforto e speranza nel volto dolcissimo della Madre celeste”. E mons. Caputo ha commentato:“Occorre rilevarlo: c’è sempre il Papa nei momenti forti della vita del santuario di Pompei e, di riflesso, in quella della comunità civile. È anche questo un privilegio trasmesso in dono dal beato Bartolo Longo, primo cittadino della città di Maria e di quella degli uomini”.
Il quadro, ha ricordato il presule, “fu trasportato da Napoli sopra un carro di letame. Un inizio umile, in linea con lo stile di Dio che sa trarre grandi cose dal niente o dalle realtà più insignificanti.In pochi anni, grazie all’ardore apostolico dell’avvocato Bartolo Longo e della consorte Marianna Farnararo, Valle di Pompei diventò un avamposto della fede, luogo dello Spirito e la nostra icona divenne nota e venerata nel mondo intero, mentre questo santuario è divenuto uno dei più cari alla pietà mariana mondiale”.L’arcivescovo ha aggiunto: “Insieme al santuario della fede nasceva, quasi in contemporanea, il santuario della carità, costituito dai centri, tuttora operanti, che accolgono, sull’esempio dei fondatori, ragazzi e ragazze provenienti dall’emarginazione minorile, orfani, figli e figlie di carcerati, mamme con i loro bambini, persone povere”. A Pompei, da circa 150 anni, “si continuano a scrivere pagine di una straordinaria storia di fede, di accoglienza e di promozione umana. La devozione alla Madonna ha coniugato l’amore per Dio e l’amore per il prossimo, mentre la preghiera mariana del Rosario, cuore della missione della Chiesa di Pompei, è diventata uno strumento di evangelizzazione per l’incontro con Cristo Salvatore”.
Nell’Anno giubilare pompeiano che si protrarrà fino al 13 novembre 2025, “la Lettera del Papa sarà di orientamento e di guida per il nostro cammino di santità e per le molteplici iniziative pastorali che saranno offerte ai pompeiani e ai pellegrini”, ha evidenziato l’arcivescovo Caputo. “È provvidenziale – scrive Papa Francesco, – che il Giubileo del quadro della Madonna di Pompei coincida con l’imminente Anno giubilare, incentrato su Gesù nostra speranza, e con il XVII centenario del Concilio di Nicea, che al mistero divino-umano di Cristo, nella luce della Trinità, diede particolare risalto. È bello riscoprire il Rosario, in questa prospettiva, per assimilare i misteri della vita del Salvatore, contemplandoli con lo sguardo di Maria”. Per il Pontefice,
“il Rosario, strumento semplice e alla portata di tutti, può sostenere la rinnovata evangelizzazione a cui oggi è chiamata la Chiesa”.
“Siamo consapevoli di quanto sia necessario riscoprire la bellezza del Rosario nelle famiglie e nelle case – prosegue il Santo Padre -. Questa preghiera è di aiuto nella costruzione della pace ed è importante proporla ai giovani perché la sentano non ripetitiva e monotona, ma un atto di amore che non si stanca mai di effondersi. Il Rosario è, altresì, fonte di consolazione per gli ammalati e i sofferenti, ‘catena dolce che ci rannoda a Dio’, ma anche catena di amore che si fa abbraccio per gli ultimi e gli emarginati, quali furono, agli occhi di Bartolo Longo, soprattutto gli orfani e i figli dei carcerati. Pertanto,incoraggio a proseguire con rinnovato impegno, mediante le molteplici iniziative del santuario, la grande storia di carità da lui iniziata: essa è l’eredità spirituale più bella che ha lasciato il beato fondatore. Possa anche oggi, all’umanità bisognosa di ritrovare la via della concordia e della fraternità, parlare ancora il Signore mediante il messaggio della Madonna di Pompei.Auspico che i suoi numerosi devoti sparsi in tutto il mondo aderiscano sempre più fedelmente al Signore, testimoniando vicinanza ai fratelli, specialmente ai più bisognosi”.
Apprestandosi a vivere a Pompei proprio “un Giubileo nel Giubileo”, mons. Caputo ha auspicato che sia “un evento di grazia e di crescita per ognuno di noi, per tutti quelli che vivono in questa città e per i milioni di fedeli che traggono ispirazione dal carisma pompeiano. Numerose saranno le iniziative pastorali offerte dalle nostre parrocchie e dal santuario, dando priorità alla vocazione di ogni battezzato alla santità e coinvolgendo a livello capillare le associazioni e il laicato”. “Le nostre vite sono una diversa dall’altra, ma proprio nelle tante pieghe dell’esistenza dobbiamo saper vedere la volontà di Dio”, l’invito dell’arcivescovo di Pompei, per il quale “dalla nostra risposta dipende non solo la nostra felicità, ma anche il destino di tanti altri fratelli. E, certamente, è stata questa la scelta continua dell’avvocato Bartolo Longo, dopo la sua conversione e l’arrivo a Pompei. “Quando quel dipinto vi giunse, solo da pochi anni l’avvocato Bartolo Longo, fondatore del santuario, aveva ritrovato la fede, smarrita durante gli anni dei suoi studi universitari”, rammenta Papa Francesco nella sua lettera.
“Quante volte, nella sua lunga vita, donata a Dio e ai fratelli qui a Pompei, le parole di Maria – ‘Avvenga per me secondo la tua parola’ – sono state la risposta d’amore di Bartolo Longo all’amore di Dio e lo hanno aiutato a mantenersi sempre rivolto a Lui, in ascolto, in obbedienza, con l’unico desiderio di compiere il suo volere per essere come Dio lo desiderava! E noi – ha rilevato mons. Caputo – possiamo senz’altro affermare che il suo luminoso esempio ci ha contagiato e ci aiuta a vivere con maggiore fedeltà la nostra chiamata!”. Come continuare su questa strada?“È indispensabile assimilare il Vangelo: nella Parola di Dio troviamo ogni risposta utile alla nostra vita. E il Rosario è essenziale per comprendere quella Parola. Il beato definiva la preghiera del Rosario ‘una frequentazione amicale nella vita di Cristo, mentre respiriamo i suoi sentimenti’”.
L’Anno di preparazione alla celebrazione del 150° anniversario dell’arrivo del quadro a Pompei
“diventi per noi occasione per riscoprire la bellezza del Rosario, per respirare a pieni polmoni – guidati da Maria – il buon profumo di Cristo e vivere in coerenza la nostra vita al servizio dei fratelli.
Ci è stata data la vocazione di offrire al mondo la missione di Pompei, secondo l’auspicio di Papa Francesco nella sua lettera: possa anche oggi, all’umanità bisognosa di ritrovare la via della concordia e della fraternità, parlare ancora il Signore mediante il messaggio della Madonna di Pompei. E ognuno di noi, alla luce del Vangelo, sapendo che ogni piccolo ‘sì’ rende più bella la storia della salvezza, si proponga di corrispondere a questa chiamata con una sempre più grande generosità, a partire dalle piccole cose. E, come Maria, abbandoniamoci alla volontà di Dio con la stessa fede incrollabile del beato Bartolo Longo. Impegniamoci in questo Anno di preparazione al Giubileo dell’arrivo del quadro e della fondazione di Pompei a generare opere di unità e di pace, espressione di un cuore abitato da Dio”. Alla fine della messa l’arcivescovo ha dato al sindaco di Pompei, a sacerdoti, religiosi e rappresentanti di associazioni e parrocchie il messaggio del Papa e la sua lettera pastorale.
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