A pochi giorni dal secondo turno delle elezioni presidenziali in Romania, che saranno domenica 8 dicembre, la scelta sta diventando sempre più non tra due candidati, ma tra Russia e Ue. I vincitori del primo turno (24 novembre) sono Calin Georgescu (62 anni), candidato indipendente, e Elena Valerica Lasconi (52 anni), presidente del partito Unione salvate la Romania, progressista. Georgescu, uno sconosciuto persino ai media romeni, è stato votato da più di 2,1 milioni di romeni (22,94%), e le autorità hanno sospettato interferenze straniere nel processo elettorale. Documenti segreti resi pubblici ieri dal presidente Klaus Iohannis rilevano finanziamenti illegali, attacchi cibernetici, aumento artificiale di campagne elettorali sui social, e anche elementi di un attacco ibrido simile a quello identificato in Ucraina prima dell’invasione russa. Etichettato come filorusso per i suoi discorsi elogiativi del presidente Putin e della sua politica espansionista, Georgescu è visto ora come il candidato che, una volta eletto presidente, porterà la Romania sotto il controllo della Russia. Due partiti sovranisti del nuovo parlamento romeno sostengono Georgescu, mentre gli altri – socialdemocratici, liberali, progressisti, magiari ad altre minoranze – hanno formato un’alleanza non solo di governo, ma anche di sostegno di Lasconi. “Ci impegniamo insieme a proseguire sulla via dello sviluppo europeo della Romania”, ha scritto il premier Ciolacu sui social. Lasconi è vista come il candidato che manterrà il Paese sulla direzione europea e nell’alleanza nord atlantica. Intellettuali, imprenditori e rettori delle università di Bucarest e Cluj-Napoca hanno lanciato appelli a difesa della democrazia e del percorso europeo del Paese.
Anche la Chiesa ortodossa romena, in un comunicato, ha riaffermato il suo “sostegno fermo per l’appartenenza della Romania all’Unione europea, spazio di prosperità e cooperazione tra i popoli dell’Europa, i cui padri fondatori sono stati profondamente ancorati nel cristianesimo”. Il vescovo greco-cattolico di Oradea, mons. Virgil Bercea ha ricordato, in un messaggio, l’impegno della Chiesa greco-cattolica romena per “l’integrazione del popolo romeno e del nostro Paese nel valori universali europei” e il sacrificio dei martiri del comunismo. “Guardate verso l’Europa: questo continente, del quale fa parte anche la nostra patria e il nostro Paese, è il garante della libertà”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *