ASCOLI PICENO – Nella giornata in cui la comunità cristiana celebra in tutto il mondo la Solennità dell’Immacolata Concezione, anche la città e la Diocesi di Ascoli Piceno hanno reso omaggio alla Beata Vergine Maria in una serie di appuntamenti molto partecipati.
Nel pomeriggio, alle ore 15, come da tradizione i vigili del fuoco hanno deposto una corona di fiori in cima all’obelisco di piazza Immacolata, dove la statua dorata della Madonna illumina tutto il quartiere di Porta Maggiore, in una cerimonia come al solito particolarmente toccante e sentita in città.
Presenti, tra gli altri, anche numerosi giovani, tra cui una nutrita rappresentanza della parrocchia di Santa Maria Goretti. Dopo la cerimonia dell’omaggio floreale, i fedeli hanno poi preso parte alla processione e alla Santa Messa.
Qualche ora più tardi, dalle 17,30, il Tempio Monumentale di San Francesco, in piazza del Popolo, ha fatto da cornice a un’altra celebrazione particolarmente partecipata. Sulla scia di un percorso di avvicinamento avviato già dal mese di novembre, con una novena di preparazione predicata giornalmente da don Francesco Mangani, la chiesa che porta il nome del Santo di Assisi ha fatto da cornice a una messa presieduta dal cardinale Giuseppe Petrocchi, tornato ad Ascoli nel mese di agosto dopo aver guidato la Diocesi de L’Aquila per 11 anni.
Dopo il Rosario e la lettura del passo Vangelo di Matteo dedicato all’annuncio dell’arcangelo Gabriele, con le note della corale “Cento Torri” a scandire i diversi passaggi della celebrazione, il cardinale ha voluto sottolineare l’importanza della figura della Vergine nella quotidianità di ognuno di noi.
«Maria Immacolata è il capolavoro compiuto di Dio – ha spiegato Petrocchi durante l’omelia – Tutta la sua esistenza è caratterizzata da una fedeltà totale a Dio. Siamo qui, oggi, per proclamare Maria nostra madre e modello».
Come illustrato dal cardinale Petrocchi, affinché la venerazione della Madonna sia piena e realmente compiuta, ha bisogno di 3 passaggi: in primo luogo la contemplazione, che consente di ammirare le meraviglie che Dio ha compiuto. Il secondo passaggio è l’implorazione, con il buon cristiano che «si rivolge a Maria in quanto potente nell’invocazione». Il terzo e ultimo punto, infine, riguarda l’impegno di ciascuno di noi a riproporre Maria e i suoi insegnamenti all’interno della nostra vita.
La presenza della Vergine nella nostra quotidianità ci porta ad assumere la Madonna come vero e proprio modello di vita, andando oltre il peccato commesso per arrivare a compiere pienamente la volontà del Signore.
A questo proposito, a indicare la via è il cardinale Petrocchi. «La Genesi riporta la dinamica tipica di ogni peccato – spiega – Adamo ha compiuto una trasgressione, un peccato. Cerca di negare l’evidenza, evita di confrontarsi col male, non assumendosi la responsabilità e compiendo così un peccato nel peccato.
È un meccanismo che ci destruttura. Il primo punto è assumersi le responsabilità verso Dio, ma anche nei confronti degli altri, come ci insegna l’atto penitenziale. Chiedersi scusa reciprocamente è importante, anche in famiglia.
Bisogna, inoltre, che la misericordia di Dio ci venga incontro: chiedere scusa non basta. In Gesù possiamo essere redenti, progressivamente emancipati dal male che ci abita. In questo senso, è molto importante fare la confessione in maniera integrale.
Il terzo punto riguarda il compimento, da parte nostra, della volontà di Dio ogni giorno. Ciascuno di noi è portatore della volontà di Dio, se la compiamo ogni giorno possiamo essere davvero santi. Nulla è impossibile a Dio: siamo tutti candidati alla santità, la possibilità ci è stata offerta.
Chiediamo, dunque, al Signore di rendere tutto ciò che accade nella nostra vita un’occasione di crescita nel compiere la volontà di Dio, grazie a Maria, nostra maestra, madre e modello, affinché la benedizione di Dio scena su di noi e anche noi possiamo diventare benedizione per coloro che ci incontrano».
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