Aiuto alla Chiesa che Soffre ha stanziato un contributo di 30mila euro per le famiglie copte colpite dalle violenze anticristiane in Egitto. Da mercoledì 14 agosto, giornata in cui le forze armate hanno iniziato a sgomberare i presidi pro-Morsi al Cairo, circa 50 chiese ed edifici religiosi, più di 100 case e oltre 150 negozi appartenenti a cristiani, sono stati attaccati da sostenitori dell’ex presidente, convinti della connivenza dei copti con l’esercito.
«Io e la mia famiglia siamo stati costretti a trasferirci dai miei genitori. Non potevamo più permetterci una casa». È il racconto disperato di Walid – nome di fantasia, perché il testimone preferisce rimanere anonimo – un commerciante di Alessandria. Fino a due anni e mezzo fa’, la vita di questo quarantenne cristiano procedeva piuttosto tranquillamente: la sua piccola libreria gli permetteva di mantenere la famiglia e di garantire un’istruzione ai suoi tre figli.
Poi durante le rivolte che hanno costretto Mubarak alle dimissioni, nel febbraio 2011, il suo negozio è stato incendiato. È stato difficile, ma a poco a poco, grazie ad alcuni prestiti, è riuscito a riaprire la sua attività. Il 14 agosto scorso però, l’incubo si è ripetuto: alcuni sostenitori del deposto presidente Morsi hanno dato alle fiamme la sua libreria. «È stato terribile – racconta ad ACS – ho visto un’altra volta la mia vita ridotta in cenere». Giacché Walid non aveva ancora saldato i suoi debiti, nessuno ha voluto concedergli un nuovo prestito, né un lavoro. È stato costretto a lasciare la sua casa e a cedere il negozio per restituire almeno parte del dovuto. «È solo grazie ai miei genitori che abbiamo ancora da mangiare. Ma tra poco inizierà l’anno scolastico e non ho il denaro per permettere ai miei figli di continuare a studiare».
Purtroppo la storia di Walid non rappresenta un caso isolato, come ha sottolineato lo stesso patriarca copto cattolico, Ibrahim Isaac Sidrak, nella sua richiesta d’aiuto ad ACS. «Nelle nostre diocesi – scrive il patriarca – tanti padri di famiglia, colpiti dalle violenze, non hanno più un lavoro. E molti di loro sono stati costretti a ritirare i propri figli dalla scuola».
Per garantire un’istruzione a tanti bambini e ragazzi cristiani, Aiuto alla Chiesa che Soffre ha prontamente risposto all’appello del patriarca con un contributo di 30mila euro.
Già nel mese di agosto, dopo le tragiche violenze che hanno colpito la comunità copta, la fondazione pontificia aveva garantito un contributo di 22.500 euro per costruire le mura di cinta attorno alla cattedrale di Alessandria e al complesso del patriarcato copto cattolico, nel quartiere di Kobry El Koba al Cairo. Queste barriere proteggeranno gli edifici da nuovi attacchi e consentiranno ai fedeli di avere meno paura.
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