“Il traguardo minimo di un milione di firme è stato superato ieri, ma l’impegno continua. Non possiamo accontentarci di questo risultato, puntiamo a due cose: andare molto oltre il milione e far sì che tutti i 28 Paesi europei raggiungano almeno il loro minimo”: così Carlo Casini, presidente del Comitato italiano “Uno di Noi”, ha sintetizzato oggi a Torino, a margine della Settimana Sociale in corso al Teatro Regio, l’impegno per la tutela dell’embrione umano in atto con la raccolta di firme su scala continentale chiamata “Uno di Noi”. Benché in corso da qualche mese, la campagna di raccolta firme non è molto conosciuta tra l’opinione pubblica, perché – ha notato Casini – “non tutti i mezzi di comunicazione sociale hanno risposto all’appello di far conoscere questa raccolta firme che vuole difendere la vita, tutelando l’embrione umano dal rischio di manipolazioni e distruzioni. Oltretutto il sostegno dei mass media sarebbe dovuto perché si tratta di una libera iniziativa di noi cittadini europei, trasversale e democratica con la partecipazione di tutti coloro che hanno a cuore la vita umana fin dal suo inizio”.
Cosa chiede “Uno di Noi”. Essenzialmente “Uno di Noi” chiede alla Commissione europea di farsi protagonista promuovendo la tutela del concepito e la ricerca scientifica a favore della vita, della salute pubblica e dello sviluppo. “Tutto ciò – spiega Casini – senza sacrificare gli embrioni umani, anzi tutelandoli ancora di più in quanto sappiamo che sono già ‘uno di noi’, come dice il titolo che abbiamo scelto per la campagna”. Il presidente Casini ricorda ancora che “la Corte europea di giustizia definisce l’embrione umano come l’inizio dello sviluppo dell’essere umano. Quindi a questo riconoscimento dovrebbe fare seguito un analogo disegno di tutela, specie di fronte a usi anomali degli embrioni su scala economica o di ricerca scientifica”. Un altro aspetto che fa da sostegno alla campagna europea è che una volta riconosciuto il valore dell’embrione umano ne potrà venire di conseguenza anche la sua tutela giuridica ai più diversi livelli, delle diverse legislazioni nazionali e della cornice del diritto europeo condiviso a livello delle istituzioni comunitarie.
Come firmare entro il 31 ottobre. Durante la conferenza stampa di Torino, sono stati forniti i dati più aggiornati circa le firme raccolte su scala europea. “I dati più significativi degli ultimi giorni – ha detto Casini – riguardano la Germania che ha superato nettamente il proprio minimo raccogliendo oltre 82mila firme. Anche la Grecia sta crescendo e la Romania continua con un impegno considerevole, al 270%. L’Italia mantiene il suo slancio avendo raggiunto i 360mila firmatari, un primato europeo, seguita dalla Polonia che ha toccato quota 165mila”. Dal canto suo, la portavoce del Comitato, Maria Grazia Colombo, ha ricordato la scadenza del 31 ottobre per la raccolta firme e gli appuntamenti in programma in questi ultimi due mesi: dal “clic day” europeo del 22 settembre all’impegno del Forum delle associazioni familiari il 28 e il 29 settembre per la raccolta di firme nelle piazze. Più in là è in programma, con la prima settimana di ottobre, la raccolta-firme nelle scuole statali e paritarie. Altre occasioni di raccolta saranno il 26 e il 27 ottobre col pellegrinaggio a Roma delle famiglie e il pellegrinaggio a Lourdes degli ammalati dell’Unitalsi durante lo stesso mese. Casini ha ricordato di “non sbagliare: gli unici documenti accettati dall’Europa sono la carta d’identità e il passaporto, diversamente la firma è invalidata”. Il sistema per firmare più comodo è quello tramite il sito internetwww.firmaunodinoi.it, col quale in pochi passaggi si può far pervenire direttamente alle istituzioni europee la propria firma, autenticata in via diretta grazie all’apposizione dei dati del proprio documento d’identità.
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