Luisa Urbani

Tratto dal settimanale diocesano L’Ancora

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In molti non vedono di buon occhio il Rotary per tanti motivi e tante volte forse per superficialità. Abbiamo intervistato Luisa, una ragazza cattolica che ha il desiderio di entrare a far parte di questo club e abbiamo deciso di chiedergli il perché.

Luisa cosa sognavi di fare da bambina?
Da quando sono piccola penso di aver cambiato quattro o cinque aspirazioni: tra cui la pittrice, la maestra, la giornalista. Adesso mi piacerebbe molto il notariato, anche se so che è una strada molto difficile da percorrere, comunque desidererei rimanere nell’ambito giuridico.

Come hai conosciuto il Rotary?
Mio padre è socio del Rotary da quando sono piccola e mia madre invece è socia dell’Inner Wheel (Associazione femminile vicina al Rotary) e sono cresciuta sentendone sempre parlare.
Per me inizialmente il Rotary significava soltanto che mio padre usciva abitualmente per delle riunioni e per delle cene o delle riunioni e a Natale si andava tutti insieme per l’incontro degli auguri.
Fino ai 14 anni pensavo che il Rotary fosse solo un gruppo di persone e di amici che si riunivano, ma non capivo le motivazioni dei loro incontri.
Ho avuto l’opportunità di entrare nel mondo del Rotary a 15 anni quando, volendo imparare l’inglese e discutendo con i miei genitori sul come fare, mio padre mi suggerì di scrivere ai Rotariani in Florida per farmi ospitare. Ho iniziato quindi a contattare delle persone presentandomi come figlia di un rotariano.
Poco tempo dopo, una signora della Florida mi rispose e mi diede l’opportunità per due anni di seguito di essere ospitata nella loro famiglia.
Da li ho iniziato a capire che il Rotary non era solo la cena, l’abito bello o l’incontro per Natale, ma era anche molta opportunità, amicizia e aiuto.
Nel secondo anno della mia vacanza studio in Florida, il mio periodo di permanenza combaciò con la convention mondiale del Rotary e la signora che mi ospitava mi invitò ad andare con lei.
È stata un’esperienza fantastica perché ebbi l’opportunità di vivere il Rotary ai massimi livelli, perché ebbi l’occasione di rendermi conto, attraverso l’illustrazione dei progetti e dei risultato ottenuti, che non si aiutano solo rotariani, ma anche tante altre persone.
Da li mi resi conto delle potenzialità del Rotary, sia a livello locale che nazionale e mondiale.
Per questo motivo sono rimasta affascinata e da lì mi è rimasta la voglia di entrare nel Rotary così da poter dare il mio contributo più concretamente.

Ci Sono differenze tra il Rotary italiano e quello Americano?
In Florida ho partecipato alle cene dove c’erano i vari big del Rotary e il tutto era molto più informale. Le cene venivano organizzate semplicemente con una grigliata: con salsicce e hot dog ed anche se erano vestiti bene, non vi era tutta questa formalità come in Italia. Se anche noi riuscissimo a superare questa etichetta, sicuramente ci sarebbe un rapporto più cordiale e aperto. Questa è l’unica differenza.

Come ti sei avvicinata?
Mi hanno proposto di aderire, e con molto piacere ho accolto l’invito.
La mia prima esperienza concreta è stata poco tempo fa a Vasto, dove sono rimasta colpita di quanto il Rotaract fa per gli altri con i vari progetti e service.

Ad un amico come lo presenteresti?
Con due parole: aiuto e amicizia. Il Rotary non è un gruppo di snob alla gossip girl, ma un gruppo di amici che ha il piacere di aiutarsi e di aiutare cercando di migliorare il mondo in cui viviamo. In molti ci vedono come una setta o come una massoneria invece non è affatto così. Quando mi capita di doverlo presentare a chi frequento o agli amici, cerco di fargli comprendere ciò che facciamo, cercando di sfatare i vari miti e se le persone non si fermassero alla superficie, comprenderebbero meglio la bellezza del Rotary.

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