Di Don Marcos
Un amico mi ha chiesto cosa pensassi del luogo dove è posizionata la Chiesa Madonna della Speranza.
Questa domanda mi ha portato a riflettere sul binomio sacro e profano, perché sembrerebbe che in questo mondo di oggi il sacro è diventato profano ed il profano è diventato sacro.
La situazione geografica delle Chiesa mi portava a pensare che l’isolamento della Parrocchia facilita le persone ad entrare in una sfera del Sacro, perché si fa un processo conscio ed inconscio di distaccarsi dal mondo o dalla realtà profana.
Quindi mentre in alcune Chiese vi è prima una rampa di scale che ci fa salire verso Dio, qui invece scendiamo in un luogo dove siamo noi e Dio.
La vera finalità è la medesima perché si racchiude in un segno, in quanto l’uomo è un essere simbolico e questo è un simbolo.
Invece possiamo dire che il profano è diventato Sacro, in quanto vi sono diverse manifestazioni di ciò nella società.
Il primo esempio che vi posso fare è quello nel mondo del calcio, che ha i propri riti, i propri tempi, le proprie vesti.
Oppure potremmo citare quegli artisti che vengono glorificati o a cui si rende un culto, come ad esempio appendendo il poster in camera o cercando di vestirsi o atteggiarsi come l’artista.
Possiamo fare quindi tre affermazioni:
La prima: Anche la persona che si dice atea ha bisogno del sacro e lo ricerca in altre forme senza accorgersene.
La seconda: Possiamo affermare che il sacro e profano sono parte della nostra realtà e quindi non possiamo sfuggirvi.
La terza: Non dobbiamo cercare il sacro dove non c’è perché questo è il pericolo di oggi.
Il vero sacro “compromette” la vita ad un cambiamento ad una conversione, perché dopo l’incontro con Dio non si può rimanere uguali.
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