Di Antonio Gaspari
“Il servizio alla giustizia è un impegno di vita apostolica: esso richiede di essere esercitato tenendo fisso lo sguardo all’icona del Buon Pastore, che si piega verso la pecorella smarrita e ferita”. Per questo “incoraggio tutti voi a perseverare nella ricerca di un esercizio limpido e retto della giustizia nella Chiesa, in risposta ai legittimi desideri che i fedeli rivolgono ai Pastori, specialmente quando fiduciosi richiedono di chiarire autorevolmente il proprio status”.
Queste le parole che Papa Francesco ha rivolto stamane ai partecipanti alla Plenaria del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, ricevuti in Udienza in Vaticano. Dopo aver manifestato riconoscenza “per la promozione della retta amministrazione della giustizia nella Chiesa” e per il sostegno alla “responsabilità dei Vescovi nel formare idonei ministri della giustizia”, il Pontefice si è soffermato sull’importanza della figura del “Difensore del vincolo”, specialmente “nel processo di nullità matrimoniale”.
Il Vescovo di Roma ha ricordato i significativi contributi forniti dalla ‘Segnatura Apostolica’ all’Istruzione Dignitas connubii, che enuclea norme processuali applicative, ed ha ringraziato per aver posto al centro dei lavori “la promozione di una efficace difesa del vincolo matrimoniale nei processi canonici di nullità”.
In questo contesto, ha poi ribadito l’importanza del Difensore del vincolo, affinchè “possa facilitare il raggiungimento della verità nella sentenza definitiva, a favore del bene pastorale delle parti in causa”. Più precisamente il Santo Padre ha evidenziato il suo ruolo nelle cause di nullità per incapacità psichica, che in alcuni Tribunali costituiscono il capo unico di nullità.
Il Papa ha poi invitato ad una solerte valutazione soprattutto nell’analisi delle stesse. “Pertanto – ha rimarcato – il Difensore del vincolo che vuole rendere un buon servizio non può limitarsi ad una frettolosa lettura degli atti, né a risposte burocratiche e generiche”. “Nel suo delicato compito – ha aggiunto – egli è chiamato a cercare di armonizzare le prescrizioni del Codice di Diritto Canonico con le concrete situazioni della Chiesa e della società”.
Anche perché, il Difensore del vincolo non è in opposizione al Giudice, anzi – ha precisato il Santo Padre – “i giudici possono trovare nell’accurata opera di colui che difende il vincolo matrimoniale un aiuto alla propria attività”.
In conclusione, Papa Francesco ha ricordato che “il Concilio Ecumenico Vaticano II ha definito la Chiesa come comunione”. Ed è in questa prospettiva che vanno osservati “sia il servizio del Difensore del vincolo, sia la considerazione che ad esso va riservata, in un rispettoso e attento dialogo”. Infine ha inviocato Maria Santissima per fare in modo che tutta la Chiesa cammini “nella via della giustizia, che è la prima forma di carità”.
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