SARDEGNA – Pensavamo le Filippine così lontane. Guardavamo le immagini in tv con angoscia e dolore. I visi di chi non ha più niente ci stringevano il cuore. Ma mai avremmo pensato che la devastazione ci avrebbe colpiti così da vicino. In appena 24 ore si è rovesciato sulla Sardegna il quantitativo di pioggia che di solito cade in sei mesi. Un vero e proprio ciclone come quelli che negli scorsi giorni hanno colpito il sud-est asiatico e gli Stati Uniti.
I bilanci si stanno ancora facendo ma il computo delle vittime accertate è già altissimo. Per il momento Cleopatra, questo il nome dato alla tempesta, ha lasciato 17 vittime: tredici in provincia di Olbia, due nel nuorese, e una in provincia di Oristano. L’ultima è stata annunciata dal governatore Cappellacci ma non si sa ancora bene il luogo dove sia stata rinvenuta. Scene strazianti come quella della famiglia sterminata perché residente nel seminterrato di un edificio. Quando l’acqua è arrivata con la sua furia non ha lasciato scampo agli occupanti che sono affogati. Morto anche un agente della Polizia stradale che aveva soccorso una persona rimasta ferita. L’auto su cui viaggiava con due colleghi è precipitata da un ponte. Migliaia gli sfollati che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. A loro uso sono state allestite varie strutture pubbliche ma la situazione è critica.
Sul posto sta operando la Protezione civile guidata sul campo dal proprio capo Franco Gabrielli. «Questa è una calamità naturale. In 24 ore è sceso un quantitativo tale di pioggia da non lasciare scampo. Si sono avute punte di 450 millimetri nella zona di Orgosolo (Nuoro) in 12 ore. – ha riferito Gabrielli – Con questi quantitativi non ci sono territori a riparo». Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano segue l’evolversi della situazione minuto per minuto. Sono già stati stanziati 20 milioni di euro per far fronte all’emergenza.
In Italia non siamo abituati a tempeste del genere. Mai la penisola era stata colpita da eventi così catastrofici. Eppure negli ultimi anni gli appelli a fare attenzione ai cambiamenti climatici ce ne sono stati in abbondanza. Eppure quando colpiscono queste calamità naturali colgono ogni volta impreparati. La prevenzione deve essere sempre la prima arma. Giusto parlare di eccezionalità e di nessun riparo di fronte a fenomeni atmosferici di tale portata ma se l’uomo imparasse a non sfruttare il territorio fino allo stremo, magari qualcosina si potrebbe evitare. Il presidente del Consiglio nazionale Geologi Gian Vito Graziano a fine agosto aveva già detto dei rischi e della fragilità del territorio. «La popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta a 987.650 abitanti, mentre quella esposta alle alluvioni raggiunge 6.153.860, come evidenzia ancora l’Annuario Ispra. – ha dichiarato il presidente – Quello che accade non è solo colpa dei cambiamenti climatici – ha proseguito Graziano – perché ad esempio l’urbanizzazione sfrenata, ha eroso dal 1985 ad oggi ben 160 km di litorale».
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