Leggi 50 anni fa veniva promulgato il decreto conciliare “Inter mirifica” (prima parte)
In una parola potremmo dire che la Chiesa si occupa degli strumenti di comunicazione sociale perché essi possono validamente concorrere al fine missionario della Chiesa. A questo primo interesse “ad intra” corrisponde anche un interesse “ad extra”: insegnare agli uomini il giusto modo di utilizzare questi mezzi anche in ambito profano.
Per quanto riguarda la dimensione “ad intra” il testo afferma: “Compete pertanto alla Chiesa il diritto innato di usare e di possedere siffatti strumenti, nella misura in cui essi siano necessari o utili alla formazione cristiana e a ogni altra azione pastorale“.
In questa espressione risaltano le parole “diritto innato” riferito al possesso e all’uso che la chiesa fa degli strumenti di comunicazione. Per “diritto innato” o “diritto nativo” si intende qualcosa che per sua natura appartiene alla Chiesa e che serve per svolgere la sua missione. Avendo la Chiesa ricevuto da Gesù il mandato di diffondere il vangelo fra tutti i popoli, le appartiene intrinsecamente il diritto alla proprietà e all’uso di tutti quei mezzi che la facilitano in questo compito.
Non si può ignorare il contesto storico che ha portato il Concilio in questo modo: i regimi totalitari del XX secolo hanno negato, impedito o ostacolato, l’esercizio di tale diritto. Si pensi a ciò che è accaduto ai giornali d’ispirazione cattolica sotto il fascismo o nei paesi comunisti.
Dall’azione evangelizzatrice della Chiesa non sono affatto esclusi i fedeli laici che con l’uso dei mezzi di comunicazione possono effettivamente e concretamente realizzare il loro “munus docendi” (=dono dell’insegnamento). La “Inter mirifica” afferma infatti: “Peraltro è compito anzitutto dei laici animare di valori umani e cristiani tali strumenti, affinché rispondano pienamente alla grande attesa dell’umanità e ai disegni di Dio“.
Verità e carità devono essere i due binari sui quali si devono muovere coloro che lavorano nel mondo della comunicazione perché, senza alcun riferimento alla legge morale e a causa della grande suggestione che i mezzi di comunicazione hanno sulle masse, si potrebbero produrre effetti devastanti: “Per usare rettamente questi strumenti è assolutamente necessario che coloro i quali se ne servono conoscano le norme della legge morale e le osservino fedelmente in questo settore“.
E qui non può che aprirsi una dolorosa riflessione sugli effetti che certa stampa ha provocato nella società odierna. Quante volte gruppi ristretti e vere e proprie lobby si sono servite dei mezzi di comunicazione per diffondere idee e costumi palesemente in contrasto con la verità e il buon senso? Quante volte il mondo della comunicazione in cerca di odience, più attratto dalle logiche del profitto, piuttosto che dal desiderio di far conoscere la verità, ha fatto leva sulle parti peggiori dell’essere umano?
Ecco dunque l’invito affinché “tutti si adoperino, anche mediante l’uso di questi strumenti, alla formazione e diffusione di rette opinioni pubbliche“.
E ancora si afferma: “Al fine poi di formare i lettori a un genuino spirito cristiano, si promuova e si sostenga una stampa autenticamente cattolica, tale cioè che venga pubblicata con l’esplicito scopo di formare, favorire e promuovere opinioni pubbliche conformi al diritto naturale, alla dottrina e alla morale cattolica, e di far conoscere nella giusta luce i fatti che riguardano la vita della Chiesa“.
Se troppo spesso i mezzi di informazione contribuiscono ad alimentare idee non conformi alla verità sull’uomo, allora la Chiesa deve dare il suo contributo affinché, sia i mezzi di informazione direttamente collegati ad essa, sia singoli fedeli laici che operano nei mass media, si sforzino di diffondere idee conformi al vero bene. Non deve essere neppure trascurata una corretta informazione su ciò che riguarda la vita della Chiesa, della quale i mezzi di comunicazione solitamente mettono in risalto solo gli aspetti negativi o scandalistici.
È alla luce di quanto espresso nella “Inter mirifica” che il nostro giornale, in collaborazione con la Fisc e Zenit, promuoverà nella nostra diocesi nei giorni 22, 23 e 24 maggio 2014 il primo Meeting dei giornali cattolici on line per riflettere sul loro ruolo e la loro missione nel contesto della nuova evangelizzazione e per trovare una comune strategia per essere significativi e incisivi nell’odierna società.
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