Di Padre Luis
LETTERA AL POPOLO DI DIO – Immigrazione e Natale Multietnico Il fenomeno della mobilità umana è stato ampliamente affrontato nella riflessione e nella vita della Chiesa perché, di fatto, richiama le parole del Vangelo: “ero straniero e mi avete accolto” (Mt.25,35).
Dall’amore vicendevole e, in particolare, dalla sollecitudine per chi è nel bisogno saremo riconosciuti come veri discepoli di Cristo (cfr. Gv.13, 35; Mt.25, 31-46).
L’immigrazione è certamente un “segno dei tempi” che interpella la comunità cristiana.
Si tratta di una realtà che non costituisce soltanto un problema, peraltro molto complesso, dovuto alla diversità di culture, a situazioni di illegalità, a carenza di strutture di accoglienza, ecc.; ma è allo stesso tempo una risorsa, un’occasione di un grande arricchimento per la comunità ospitante e per gli immigrati.
Con la presenza del fenomeno migratorio la Chiesa non può ignorare che il suo compito primario e fondamentale è quello dell’evangelizzazione.
Nel rispetto delle convinzioni religiose di ciascuno, siamo chiamati ad affermare la nostra identità religiosa, pronti a dare ragione della propria fede, proponendola alla libertà di coloro ai quali si offrono una “casa”, un aiuto, un pasto.
Forse, gli italiani emigrati oltreoceano o nelle nazioni europee ricche di risorse e di lavoro respiravano e respirano quel clima di sospetto e di diffidenza che ora respirano i numerosi immigrati appena mettono piede in Italia.
La celebrazione del Natale Multietnico vuole essere una sorta di risposta a questa situazione di sospetto e diffidenza, cerca di sensibilizzare le nostre comunità mostrando loro la diversità dei modi di esprimere la fede da tanti cristiani venuti da lontano e che ora sono nelle periferie esistenziali della solitudine dovuta alla lontananza della propria famiglia ed etnia.
Con la celebrazione del Natale Multietnico, l’uffiicio Migrantes per la pastorale della mobilità umana, desidera aiutare le nostre comunità cristiane a rendersi conto di quanto la presenza degli immigrati sta cambiando il volto delle nostre parrocchie e della nostra società. Inoltre, cerca di ravvivare le radici cristiane dei tanti immigrati cattolici presenti nel nostro territorio.
Tale celebrazione costituisce un momento di condivisione e di fratellanza che sostiene i fratelli cristiani immigrati nella fede e li aiuta a sentirsi parte integrante della nostra comunità diocesana. In questo modo la celebrazione del Natale diventa l’occasione di mostrare a tutti ciò che siamo, giacché la celebrazione del mistero dell’Incarnazione del Verbo può aiutare a “includere le nuove presenze” per formare l’unico Corpo di Cristo, che è la Chiesa.
Come affermava mons. Crociata, “la celebrazione del Natale straniero può dare più verità e credibilità al Natale, perché lo rende cattolico, per tutti, nessuno escluso”.
Ecco il motivo per il quale celebrarlo, viverlo e farlo diventare momento privilegiato del nostro cammino di Chiesa diocesana, ma allo stesso tempo occasione per ricominciare nella nostra vita di fede ad aprire la nostra mente e il nostro cuore ad ogni essere umano considerandolo vero figlio di Dio e perciò mio fratello, senza il quale ilo Natale del Cristo non sarebbe pienamente inteso.
0 commenti