Si moltiplicano gli esegeti di Papa Francesco. Basta fare un salto in libreria e si scoprono mille nuove pubblicazioni. Si dirà: il Papa tira. Giusto, siamo gente di mondo. Ma poi c’è chi si vuole ergere ad esegeta principe del Papa “venuto dalla fine del mondo”. È il caso di Eugenio Scalfari, che dalle colonne di Repubblica si autoproclama “primo” degli esegeti rigorosamente laici (per definizione) e laicisti (per prassi pubblicamente esibita). Non ci stupiamo perciò, nel leggere e rileggere (meglio ripetersi pensa Scalfari…) che il Papa “rivoluzionario” ha “abolito il peccato”. Ecco la sua spiegazione: “Se la coscienza è libera e se l’uomo non sceglie il male ma sceglie il bene così come lui lo configura, allora il peccato di fatto scompare e con esso la punizione”.
Per parafrasare il Papa: “Chi sono io per giudicare il mega direttore galattico che parla del Dio di Francesco?”. Detto questo e lasciando che ciascuno si faccia liberamente la sua idea di Papa Francesco e del Dio misericordioso di cui lui ci parla tutti i giorni, ribadiamo quanto ci è capitato già di precisare. Il Sir non si unirà all’esercito degli esegeti di Papa Francesco, né si esibirà in spericolati esercizi di ermeneutica papale. Il Papa parla e noi cercheremo sempre di riportare fedelmente le sue parole. L’esegesi e l’ermeneutica delle sue parole la lasciamo agli altri. Piuttosto cercheremo, anche in questo 2014, anno secondo del pontificato di Papa Francesco, di raccontare la “sua” Chiesa in Italia, in Europa e nel mondo. Parleremo dei cattolici e del loro originalissimo modo di amare Gesù e di soccorrere nella misericordia i propri fratelli, di ogni razza, censo, cultura, opinione e religione. Amen.
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