Anche quest’anno dal 18 al 25 gennaio si celebra la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. E’ una data tradizionale, che fu scelta perchè compresa tra la festa della Cattedra di S. Pietro e quella della conversione di S. Paolo, un periodo simbolico per l’unità dei cristiani. Un ottavario di preghiera quindi come impegno per mettere a frutto quanto il Concilio Ecumenico Vaticano II ci ha detto cinquant’anni orsono con la dichiarazione “Nostra Aetate” (8.XII.1965) e il decreto “Unitatis redintegratio” (21.XI.1964). Il recente annuncio del pellegrinaggio in Terra Santa di Papa Francesco in maggio, comunicato il 5 gennaio, giorno anniversario dello storico incontro di Papa Paolo VI con il Patriarca Atenagora, rende ancora più rilevante e urgente la preghiera ecumenica.
La settimana di quest’anno ha come tema: “Cristo non può essere diviso!” (1Cor 1,1-17). Un’affermazione quasi scontata eppure tanto necessaria quella che il Consiglio delle Chiese e il Segretariato per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso ci propongono come leit motiv per questi giorni di preghiera. Come quando è nato il movimento ecumenico, quest’urgenza missionaria continua ad interpellarci: non siamo credibili se annunciamo un Cristo diviso e mostriamo le divisioni che attraversano oltre le nostre Chiese anche i nostri gruppi, le nostre famiglie e, prima ancora, noi stessi.
Personalmente, e comunitariamente negli incontri di catechesi e nella liturgia quotidiana nelle nostre parrocchie, facciamoci guidare dalla lettura pregata della Prima Lettera ai Corinzi (1, 1-17) e dai testi preparati quest’anno dalla comunità canadese.
Tutto il materiale si può scaricare dal sito internet
Cominciamo a guardare vicino a noi per riconoscere quella ricchezza che viene dalla diversità e che tante volte viviamo come divisione, ostacolo, problema.
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