SindoneDi Marco Bonatti

L’Amore più grande. Con la A maiuscola. È quello che evoca il Custode della Sindone scegliendo il motto dell’ostensione straordinaria che si terrà a Torino dal 19 aprile al 24 giugno 2015. La frase è ricavata dalle parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni (15, 13): non c’è amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici. È dunque l’amore di Dio per gli uomini, e quello stesso amore che Gesù Cristo mette in pratica nella sua missione e che comanda ai suoi discepoli. Riflette monsignor Nosiglia: “L’immagine della Sindone ci riporta intera questa testimonianza di sofferenza e di morte di un Crocifisso. Il Volto e il corpo martoriato dell’Uomo dei Dolori sono, anche nel silenzio del lenzuolo funebre, un segno di quell’amore che non finisce con la morte”.
Il motto è stato lanciato questa mattina, dall’Arcivescovado di Torino, con un tweet dall’indirizzo @sindone2015. Con l’arcivescovo c’era il vicesindaco di Torino, Elide Tisi, presidente del Consiglio esecutivo del Comitato organizzatore (insieme alla diocesi sono presenti gli enti locali, le fondazioni bancarie piemontesi e la Soprintendenza ai Beni Culturali). La scelta di twittare il motto è anche una indicazione di stile: perché l’ostensione vuole rivolgere un’attenzione particolare al mondo giovanile, coinvolgendo le nuove generazioni in quel cammino di “ricerca del Volto” che è poi, in definitiva, un pellegrinaggio dentro se stessi, sulle motivazioni della vita.
La scelta del motto è il primo passo di “immagine” verso l’ostensione straordinaria del prossimo anno. Straordinaria perché collegata direttamente alle celebrazioni del Giubileo salesiano, nel secondo centenario dalla nascita di don Bosco; ma straordinaria anche perché vedrà la presenza di Papa Francesco (le date della visita non sono ancora state fissate) e perché si punta a un collegamento forte con il mondo giovanile salesiano, che porterà a Torino ragazzi da tutto il mondo.
Per questi motivi il motto scelto dal Custode Nosiglia “allarga il campo” dall’immagine della Sindone a una provocazione più ampia sulla vocazione cristiana e sul senso della vita. Ha spiegato l’arcivescovo: “All’amore tutti siamo chiamati: la parola di Gesù indica la strada di un dono totale che però è alla nostra portata. Ciascuno è in condizione di ‘donare la vita’, mettendosi a servizio degli altri e costruendo la propria vocazione intera di uomo o donna, di cittadino, di padre o madre. E però l’amore più grande è anche quello che spinge a pensare ed agire in grande, alla ricerca di una vita più autentica e ricca non tanto di cose o di denaro ma di persone – di amici con cui condividere la vita. I giovani, soprattutto in Occidente, oggi vivono spesso situazioni che non lasciano vedere la speranza, dove il futuro appare condizionato dall’economia e dalla paura. Eppure l’amore di Cristo propone proprio di ‘gettare la vita’, di vincere la paura. Il pellegrinaggio alla Sindone, per i giovani e non solo, si propone come un cammino alla riscoperta di se stessi, delle motivazioni profonde del vivere. L’immagine della sofferenza e della morte di Gesù che la Sindone testimonia è però un richiamo forte alla vita, a ‘uscire dalla morte’ per incontrare i fratelli”».
Usare i social media a fianco della comunicazione tradizionale è dunque una modalità concreta per entrare in questo “mondo nuovo” che però i giovani frequentano e da cui ricavano “messaggi di vita”. È possibile “seguire” il cammino dell’ostensione dall’account @sindone2015 e attraverso gli hashtag: #sindone2015 e #vescovocesare.

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