I giornali, si sa, puntano molto sull’effetto dei titoli, a volte a scapito del contenuto degli articoli. Stavolta si parla di un evento che sarebbe avvenuto 14 miliardi di anni fa. Provate a giudicare voi sui titoli seguenti: “In quelle onde l’eco del Big Bang, ecco l’ultimo segreto dell’universo”; “Registrato l’urlo del Big Bang. L’onda che ha creato il mondo”; “Se un telescopio al Polo Sud dà ragione ad Einstein sulle origini del cosmo”. Il tema – come appare chiaramente – è il primo momento della creazione e il suo “rumore” o “urlo”, quell’evento dal quale tutto avrebbe preso il via, una specie di enorme esplosione che avrebbe “sparato” dappertutto pezzi di materia, da cui si sono formati i sistemi stellari tra cui la nostra terra.
La Bibbia, cui siamo stati educati, parla di Dio che in sette giorni crea il mondo con tutte le cose che contiene. Il “Big Bang”, invece, da Einstein in poi, ipotizza che il tutto sia nato da una forza immane, impressa da chissà chi, la quale in una frazione infinitesima di secondo genera una serie di sistemi con leggi proprie diverse le une dalle altre. Nell’ultimo secolo si sono susseguite scoperte parziali a questo riguardo, dalla presenza delle radiazioni cosmiche di fondo a quella delle particelle di luce primordiali che viaggiano nello spazio-tempo, e che ci testimoniano quegli eventi. Ma con la scoperta annunciata ieri i sintomi che questo “Big Bang” sia realmente avvenuto si fanno più solidi.
Grazie ad un telescopio installato al Polo Sud dell’Harvard Smithsonian Center for Astrophysics (Stati Uniti) negli ultimi anni è stato portato avanti un esperimento di ricerca dell’esistenza delle onde gravitazionali, ipotizzate dalla teoria della relatività generale di Einstein (1915). L’annuncio dato al mondo è che grazie alla scoperta e lettura di queste onde gravitazionali si può dedurre che l’universo nacque da un evento che ebbe luogo 14 miliardi di anni fa, in una frazione di tempo così calcolata: 10 alla -43 secondi, cioè meno di una frazione di un miliardesimo di miliardesimo di secondo! Da lì, hanno poi detto gli scienziati, si sarebbe avuta la seconda fase, una frazione di secondo più tardi (10 alla -35 secondi) con l’avvio dell’espansione della neonata materia, detta “inflazione” (paragonata a un palloncino pieno di idrogeno primordiale che si espande a velocità della luce), con il disporsi via via ordinato di tutte le cose, fino alla nascita dell’uomo che di questo idrogeno è composto.
Insomma, parrebbe un passo avanti sul mistero della creazione, anche se il rebus rimane. Siccome tutti concordano nel dire che queste scoperte confermano la teoria della relatività di Einstein, ecco come il grande scienziato sintetizzava il mistero della vita e dell’esistenza o meno di Dio negli ultimi anni della sua vita: “Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell’essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell’incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio”.

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