Settemila tonnellate, 300 metri di altezza (324 antenna inclusa), oltre 18mila pezzi di ferro forgiato, 300 operai al lavori per due anni, due mesi e cinque giorni. Sono i numeri della Tour Eiffel, costruita su progetto di Gustave Eiffel in occasione dell’Esposizione universale di Parigi del 1889, e che oggi “compie” 125 anni. Inaugurata il 6 maggio 1889, è divenuta il simbolo della Ville lumière nonostante le critiche feroci di intellettuali come Guy de Maupassant, Emile Zola, Alexandre Dumas figlio che promossero una petizione per farla demolire.
Un milione di metri quadrati è oggi la superficie dell’Esposizione universale in programma nel 2015 a Milano: Expo2015, alla quale sono previsti oltre 20 milioni di visitatori, un numero ragguardevole ma lontano dai 73 milioni di Shangai (2010). Centoquarantaquattro i Paesi partecipanti, tre organizzazioni internazionali e undici della società civile. Dalla prima edizione del 1851 a Londra, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, e le esposizioni universali oggi si presentano come un luogo unico per il dialogo internazionale, la diplomazia “pubblica” e la cooperazione tra gli Stati. Un palcoscenico per le questioni “planetarie”. E la sfida è quella di lasciare ai posteri non manufatti, strutture architettoniche o monumenti, ma piuttosto un’eredità “immateriale”.
Che cosa resterà tra 125 anni di Expo2015? Per che cosa verrà ricordata? A Milano il tema è davvero ambizioso e di tragica attualità: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Sei mesi di lavori, incontri, seminari volti a proporre nuove prospettive e a ridurre gli sprechi con l’obiettivo d’incoraggiare e indirizzare la comunità internazionale verso scelte responsabili nella produzione e nel consumo di cibo, nell’adozione di modelli economici, sociali e produttivi sostenibili e rispettosi dell’ambiente e in grado di garantire la sicurezza alimentare. Informazione, formazione, educazione per l’azione: Expo2015 sarà davvero all’altezza della sfida? L’auspicio è che tra 125 anni il grande evento internazionale venga ricordato per il contributo offerto alla lotta per sconfiggere quel “flagello della fame” di cui ha parlato nel giorno di Pasqua Papa Francesco, a conclusione del suo messaggio “Urbi et Orbi”.
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