Di Andrea Caro
“Ciro è nelle mani del Signore. È ancora gravissimo. Durante la notte è stato sottoposto a una nuova operazione. Gli sono stati asportati due pezzetti di colon ed è stato necessario inserire due by-pass”. Queste le parole di Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, il ragazzo napoletano ferito gravemente sabato scorso, a Roma, con un colpo di pistola, prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Purtroppo la situazione clinica di suo figlio si è aggravata ulteriormente e Ciro continua la sua lotta tra la vita e la morte al Policlinico Gemelli di Roma, dove martedì notte è stato operato per il sopraggiungere di una setticemia. Attorno a lui l’affetto dei suoi cari, del padre Giovanni, dei fratelli Pasquale e Michele, dei tanti tifosi accorsi, senza distinzione di squadra, e l’incredibile forza di sua madre che con la sua compostezza, le sue parole sta dando un esempio di dignità, di coraggio e di fede.
La forza della fede. “È la fede – racconta Antonella – a darmi la forza di parlare, di affrontare tutto questo. Sono addolorata, affranta, stanca, ma la fede mi sostiene, mi dà la forza di andare avanti e di perdonare chi ha sparato a mio figlio. Non posso odiarlo, non devo e non voglio. È stato l’odio a portare a questa tragedia, è l’odio a far sì che queste cose avvengano. Se cedessi all’odio, non cambierebbe mai nulla. Invece io voglio che quello che è successo a mio figlio, alla mia famiglia, non accada mai più a nessuno. Per questo lo sto facendo e senza la fede nel Signore non avrei potuto sopportare tutto questo, non avrei avuto la forza di parlare”.
Un dramma immane. Frasi pesanti come macigni che hanno colpito tutti per l’enorme forza che portano con sé. Parole che sembrano in antitesi con chi si trova a vivere un dramma inimmaginabile che solo per puro caso non si è trasformato in tragedia. Un figlio partito di buon mattino in macchina con altri amici alla volta della Capitale per assistere alla finale del suo Napoli e che poche ore dopo è riverso a terra, per strada, colpito da un colpo di pistola. E ora lotta tra la vita e la morte per una semplice partita di calcio. Un dramma immane che avrebbe scosso chiunque, che avrebbe potuto mostrare il lato peggiore di ognuno, ma non di Antonella Leardi.
La fede è tutto. Lei no. Lei, nonostante l’immenso dolore per le condizioni del figlio, ha reagito con grande coraggio e con una compostezza che ha spiazzato tutti. Ha dato e sta dando a tutti una lezione di vita e di fede. Perché solo con la fede si possono superare momenti drammatici come quelli che hanno colpito la famiglia Esposito. Una famiglia unita che si è stretta attorno a Ciro affidandosi all’unico strumento valido in queste situazioni: la preghiera. “Abbiamo fatto una riunione tra noi familiari – prosegue la signora Leardi – e ci siamo detti: a che serve urlare e disperarsi? Potrebbe essere utile per le condizioni di Ciro? Assolutamente no. Allora basta piangere. In questo momento possiamo solo pregare e affidarci al Signore. Il nostro Ciro è nelle sue mani e lui ci darà la forza di andare avanti e affrontare questa situazione. La fede è tutto”.
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