DIOCESI – 7 giugno alle ore 21.00 il Vescovo Carlo invita tutti per pregare insieme nella solenne veglia di Pentecoste. Il vescovo chiede a tutti coloro che per i più vari motivi non potranno fisicamente partecipare di unirsi in preghiera e di porre un piccolo segno di questa vicinanza: un lumino acceso alla finestra. Un bel segno di una comunità unita in preghiera capace di illuminare questa diocesi.
In questo anno in cui il cammino diocesano pastorale è stato chiamato per chiamare, andando fino ai crocicchi, cioè a tutti gli angoli delle strade, è chiamato ora ad andare come testimoni credenti e credibili, senza farsi rubare la speranza, come ci ricorda continuamente papa Francesco, di fronte alle difficoltà della missione e di questo tempo che viviamo. Nel mondo da testimoni è il richiamo forte della veglia di Pentecoste, che esprimerà concretamente questo andare e questa presenza a cui i credenti sono chiamati attraverso il cammino. Con i segni che hanno caratterizzato la quaresima: la bisaccia del pellegrino e il bastone della fede, tutta la diocesi vive la veglia di Pentecoste con la gente, tra le case, insieme. Infatti si partirà da piazza Nardone, di fronte alla cattedrale per concludere al parco Manara, intitolato a Gandhi, con la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Vescovo Carlo, dopo aver percorso un breve tratto attraverso le vie cittadine, passando per piazza Sacconi, dove si riceverà un lumino per illuminare la città, via mons Francesco Traini fino al parco.
Ad animare il cammino e la celebrazione saranno le diverse realtà laicali della diocesi, riunite nella Consulta delle Aggregazioni Laicali, che si sta incontrando per curare insieme questo momento importante per la diocesi.
Tutta la diocesi sarà presente, così come è stato indicato dal Sinodo diocesano, sarà quindi un forte segno della comunione della nostra Chiesa, il ritrovarsi comunitariamente, tutta la diocesi, tutti, perché ha ricordato papa Francesco ai vescovi recentemente “la prima missione ecclesiale rimane quella di essere lievito di unità che fermenta nel farsi prossimo e nelle diverse forma di riconciliazione”.
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