Di M. M. Nicolais
“Quando non c’è più niente da fare, c’è ancora molto da fare”. È il motto dell’hospice “San Giuseppe Moscati”, un’eccellenza in Calabria per quanto riguarda le cure palliative e la terapia del dolore. Argomenti di cui, in Italia, ancora si sa poco, denunciaFrancesco Nigro Imperiale, responsabile della struttura che il Papa raggiungerà probabilmente a piedi dallo stadio “Pietro Toscano”, subito dopo l’accoglienza a Cassano all’Jonio. Due i momenti della tappa all’hospice, che ha 10 posti letto e accoglie attualmente 9 persone: il saluto, nel cortile esterno della struttura, ai dipendenti e alle loro famiglie, e la visita agli ammalati, nel reparto al piano superiore, dove il Papa sarà accompagnato solo dal vescovo, monsignor Galantino, dal direttore della struttura e dalla delegazione vaticana. In ogni stanza, Papa Francesco troverà anche un familiare di ogni ammalato. E fiocchi gialli come festoni, fiori freschi nei vasi. Perché in luoghi come questi “non si viene per morire”. E la vita è vita, con la sua dignità, fino all’ultimo istante. A testimoniarlo sono anche gli ospiti della casa di riposo per anziani “Casa Serena”, che il Papa visiterà subito dopo il pranzo. Da qui – ci mostra il direttore, Antonio Gaetani – si gode il panorama più bello di Cassano, incastonato tra la pianura, i monti e i 18 chilometri di mare. A “Casa Serena” il Papa incontrerà i 50 ospiti (23 in casa protetta, 27 nella casa di riposo) nel giardino dell’antica struttura, che risale agli inizi del ‘600 e nei secoli si è trasformata: convento dei padri francescani, lazzaretto, poi ospedale di Cassano, prima di diventare ospizio e quello che è oggi: una casa di riposo per la terza età.
Il bianco e l’azzurro, sono i colori abituali dell’hospice “San Giuseppe Moscati”. Camminando per i corridoi si respira un’aria di grande cura, di attenzione per i dettagli, che è poi sollecitudine per la vita e per una delle sue parole-chiave più importanti: “Dignità”. “La venuta di un Papa non è una cosa di tutti i giorni, specialmente in un posto di periferia e in un centro ospedaliero di periferia”. Il responsabile comincia dall’eccezionalità dell’evento di sabato – per cui ringrazia a più riprese il vescovo, monsignor Nunzio Galantino – per descrivere la normalità di una realtà di cui è orgoglioso: un centro residenziale per le cure palliative e la terapia del dolore che è stato il primo hospice ad essere aperto in Calabria, l’unico per la provincia di Cosenza. Gli ospiti sono malati oncologici, ma anche non oncologici, affetti ad esempio da malattie degenerative come la sla. Possono contare su un’équipe multidisciplinare di 22 persone: medici, infermieri, operatori sanitari, uno psicologo e un assistente sociale. Essenziale è il “supporto spirituale” dei sacerdoti, che vengono anche più volte alla settimana. I malati ora attendono il Papa, che li saluterà uno per uno: “Resta nella mente delle persone, arriva a tutti, è capace anche di alzare i toni, pur senza mai alzare la voce, per richiamare i potenti, gli sfruttatori, i corrotti”, annota il prof. Nigro. Per finire, un auspicio: che la visita di Francesco possa essere anche un’occasione di “informazione” sulle cure palliative e la terapia del dolore. “Combattere il dolore – assicura l’esperto – dà agli ammalati un’iniezione di fiducia, che si trasforma in una minore richiesta di eutanasia. Noi non facciamo accanimento terapeutico, ma terapie di supporto che servono a preservare la dignità della persona fino all’ultimo. I malati hanno paura dell’abbandono: noi qui li assistiamo come in casa, cercando di non far mancare loro i propri affetti”.
Hanno previsto tutto, qui a Casa Serena: perfino un salone grande come “location” alternativa, in caso di pioggia, quella pioggia che a due giorni dall’arrivo del Papa ha imperversato, a tratti, anche nella zona di Cassano e di Sibari, arrivando dal Pollino. L’emozione è palpabile dappertutto: arriviamo all’ora del pranzo e incontriamo Mafalda, 82 anni, che per simboleggiare la sua gioia per l’arrivo dell’illustre ospite accompagna le sue parole con un grande gesto con le mani, quasi a simulare un grandissimo abbraccio. Citando il motto del viaggio, “Vengo per chiedere scusa”, il direttore ci rivela: “Ci stiamo preparando a chiedere scusa al Papa per quello che non siamo riusciti a fare, per quello che non siamo riusciti a dare ai nostri anziani, tenendo una mano ai loro bisogni, offrendo un sorriso a chi era abbandonato”. Ma anche gli anziani sono pronti a chiedere scusa, ci assicura: “Per quel momento brutto in cui sono stati ricoverati e si sono sentiti abbandonati, hanno imprecato contro tutto e tutti, senza rendersi conto invece che qui avrebbero avuto un’accoglienza tale da consentire loro di continuare in serenità, assistiti e in relazione fraterna con gli altri, a trascorrere la loro vecchiaia”. L’augurio, per il 21 giugno, è che “la visita del Papa porti una svolta definitiva a Cassano, perché è un paese abbandonato a se stesso. Porti lavoro, soprattutto ai giovani: abbiamo il tasso di disoccupazione più alto di tutte le altre zone della Calabria, pur vivendo in una delle sue zone migliori e più belle”. Diciotto chilometri di mare, le grotte, le terme, gli scavi, il Museo archeologico sibarita, il più grande della Regione… Bisogna invertire questa tendenza: e chissà se, a sorpresa, a farsene portavoce davanti al Papa non siano proprio gli anziani, in una sorta di “staffetta” a favore dei giovani… Una cosa è certa: “Casa Serena” è pronta. Non si tirerà indietro.
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