Una panoramica a 360° sulla famiglia, senza reticenze o ipocrisie. Una serie di scatti fotografici il cui soggetto è la realtà concreta della famiglia, che nelle diverse zone del mondo, pur con sfumature e accenti a volte anche molto diversi, “si trova in un momento molto difficile”. Alle prese con fenomeni come l’aumento esponenziale delle convivenze e delle “unioni di fatto”, non riconosciute da nessun vincolo né civile né religioso, con questioni delicate come quelle che riguardano i separati, i divorziati risposati o le unioni tra persone dello stesso sesso. Senza contare le varie forme di violenza e di abuso – tra tutti il femminicidio e la pedofilia – e gli scandali sessuali, definiti una “contro-testimonianza” all’interno della Chiesa. Sfogliando le pagine dell’Instrumentum laboris del Sinodo sulla famiglia, un dato emerge su tutti: l’atteggiamento scelto dalla comunità ecclesiale, che vuole declinare una parola-chiave del pontificato di Francesco – “misericordia” – adottando uno stile e indicando un obiettivo ben preciso: “accompagnare” le famiglie “come sono nella realtà”, con le loro “storie e sofferenze complesse, che necessitano di uno sguardo compassionevole e comprensivo”. “Urge permettere alle persone ferite di guarire e di riconciliarsi”, ha detto il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, presentando in sala stampa vaticana il nuovo documento. Si tratta, ha spiegato, di “proporre, non imporre; accompagnare non spingere; invitare, non espellere; inquietare, mai disilludere”.
Il cammino percorso e le prossime tappe. L’Instrumentum laboris raccoglie le testimonianze e i suggerimenti inviati dalle Chiese particolari, in risposta al questionario del Documento Preparatorio, reso pubblico nel novembre scorso. Il testo è strutturato in tre parti: la prima è dedicata al “Vangelo della famiglia”, la seconda passa in rassegna le “situazioni difficili” e la terza è dedicata all’apertura alla vita e alla responsabilità educativa dei genitori. Le tappe successive del cammino, iniziato con il Concistoro del febbraio scorso, saranno l’Assemblea generale straordinaria di ottobre e quella Ordinaria che si terrà nel 2015, il cui tema – ha annunciato il cardinale Baldisseri – sarà: “Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia”. Il 28 settembre è in programma una Giornata di preghiera per il Sinodo, e l’adorazione eucaristica quotidiana, durante i lavori sinodali, nella Cappella della Salus Populi Romani della basilica di Santa Maria Maggiore.
Il “gender” e la “privatizzazione”. Oggi la “gender theory” mette in discussione, rendendola “incomprensibile”, la “legge morale naturale”. Altro fenomeno minaccioso e incombente, si legge nel testo, è la “privatizzazione” della famiglia. La Chiesa è chiamata a prendersi cura delle famiglie che “vivono in situazioni di crisi e di stress”, accompagnandole “durante tutto il ciclo della vita”. A cominciare dalle parrocchie. Gli “antimodelli” dei media e le “pressioni esterne”. I media hanno un “impatto negativo” sulla famiglia, anzi sono degli “anti-modelli” che “trasmettono valori errati e fuorvianti”. Tra le “pressioni esterne” che minacciano la famiglia, l’Instrumentum laboris segnala “l’impatto dell’attività lavorativa sugli equilibri familiari”, minacciati da orari spesso troppo lunghi, che si estendono anche alla domenica, e dalla “precarietà lavorativa”. L’antidoto sarebbero “giusti salari”, una politica fiscale a favore della famiglia e più aiuti per le famiglie e i figli.
Le “contro-testimonianze”. Gli “scandali sessuali all’interno della Chiesa”, la pedofilia in particolare, ma anche in generale “un’esperienza negativa con il clero o con alcune persone” sono “contro-testimonianze” nella Chiesa. A questo, la denuncia del testo, “si aggiunge lo stile di vita a volte vistosamente agiato dei presbiteri, così come l’incoerenza tra il loro insegnamento e la condotta di vita”. Tra le contro-testimonianze, rientra anche “la percezione del rifiuto nei confronti di persone separate, divorziate o genitori single da parte di alcune comunità parrocchiali, così come il comportamento intransigente e poco sensibile di presbiteri o, più in generale, l’atteggiamento della Chiesa, percepito in molti casi come escludente, e non come quello di una Chiesa che accompagna e sostiene”.
Convivenze, divoriati risposati e unioni gay. Sono sempre di più le coppie che convivono “ad experimentum”, cioè “senza alcun matrimonio né canonico né civile e senza alcuna registrazione”. La questione dei divorziati risposati è un’altra realtà di cui “prendersi cura”, insieme a quella delle ragazze madri che “si prendono cura da sole dei figli” e hanno alle spalle “storie molto sofferte, non di rado di abbandono”. “Tutte le Conferenze episcopali – si legge nell’Instrumentum laboris a proposito delle unioni tra persone dello stesso sesso – si sono espresse contro una ‘ridefinizione’ del matrimonio tra uomo e donna attraverso l’introduzione di una legislazione che permette l’unione tra due persone dello stesso sesso”. Le risposte al Questionario, inoltre, si pronunciano “contro una legislazione che permetta l’adozione a bambini di persone in unione dello stesso sesso”. Ma se queste persone chiedono il battesimo per il bambino, quest’ultimo deve essere accolto con “la stessa cura, tenerezza e sollecitudine che si ha nei confronti degli altri minori”.
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