Durante una cerimonia alla cattedrale di San Giuseppe a Butuan City, nelle Filippine, la Conferenza episcopale filippina (Cbcp), in collaborazione con il National Secretariat for social Action – Justice and Peace (Nassa) – l’organismo dei vescovi che si occupa di azione caritativa e sviluppo – ha lanciato “l’Anno dei poveri” e il progetto “Alay Kapwa 40”. L’inaugurazione avverrà il 23 novembre, a conclusione dell’Anno dedicato ai laici. In tutto il Paese vi saranno cerimonie e iniziative speciali per celebrare l’evento che si snoderà nel corso dell’intero 2015, assieme a progetti per lo sviluppo “per rispondere alla sfida di restare al fianco di poveri e oppressi, in particolare quando vi è una violazione dei diritti umani e la giustizia viene negata a contadini, popolazioni indigene, pescatori, operai e vittime di calamità naturali”.
La cultura dell’autosufficienza. L’obiettivo del progetto è quello di raccogliere 900mila dollari in quaranta settimane, per sostenere programmi e progetti caritativi dedicati alle fasce più povere e deboli della popolazione, in particolare per combattere la cultura dell’accattonaggio, promuovere una “cultura dell’autosufficienza” e celebrare i quarant’anni del progetto “AK 40 for the Poor” a favore dei diseredati e degli emarginati.
La visita del Papa. L’iniziativa per il 2015 della Conferenza episcopale filippina sul fronte della povertà, s’inserisce nei nove anni previsti dal programma sulla “Nuova evangelizzazione”, che accompagnerà la comunità cattolica locale fino al 2021 (data che segnerà i 500 anni di presenza cristiana nelle Filippine) e tiene presente la visita, molto attesa, che Papa Francesco farà nel Paese – oltre che nello Sri Lanka – dal 15 al 19 gennaio 2015. Nelle Filippine si sono recati finora due Papi: Paolo VI nel 1970 e san Giovanni Paolo II, due volte, nel 1981 e nel 1995.
Accattonaggio e bambini di strada. Le Filippine – un Paese che rasenta i 100 milioni di abitanti (quasi 72 milioni i cattolici) – patiscono “una situazione di grande diseguaglianza sociale, con una disoccupazione che in base agli ultimi dati si aggira intorno al 20% e con un fenomeno estesissimo legato alla dilagante povertà: quello dei bambini di strada. Si calcola che siano almeno 250mila, 11mila nella sola Manila e che almeno 60mila di loro siano costretti a prostituirsi. Recentemente, con l’aiuto del cardinale Luis Antonio Tagle, un gruppo di ex bambini di strada di Metro Manila – sotto la protezione della Fondazione Tulay ng Kabataan (Tnk Foundation) – ha scritto un migliaio di lettere, con le quali sperano di conquistare un’udienza con Papa Francesco, durante il viaggio apostolico nelle Filippine. Alla questione della povertà – particolarmente grave nell’area settentrionale del Paese – si aggiungono i flagelli naturali che a cadenza periodica colpiscono la popolazione: l’ultimo uragano, chiamato Fung-Wong, si è abbattuto nelle scorse settimane su Manila e sull’isola di Luzun: oltre dieci e morti mentre 200mila persone sono state allontanate dalle proprie abitazioni.
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