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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Giovanni Battista Montini, meglio conosciuto come Papa Paolo VI è stato il 262esimo pontefice della storia. Nato a Concesio, vicino a Brescia nel 1897, è stato beatificato appena una settimana fa, il 19 ottobre, da Papa Francesco.
E’ stato un pontefice dai tanti primati e da due attributi che meglio di altri sintetizzano il suo operato: amicizia e apertura. Montini lo si può annoverare anche tra i pilastri della nostra storia contemporanea, al punto che all’indomani della sua morte, avvenuta il 6 agosto del 1978 a Castel Gandolfo, è stato fondato il Centro Internazionale di Studi a lui dedicato.
Membro esecutivo di tale Centro è il nostro Vescovo Carlo Bresciani, che assieme a Luigi Mattioli del Rinnovamento nello Spirito, hanno animato l’incontro svoltosi nella serata del 24 ottobre presso il cineteatro San Filippo Neri a San Benedetto del Tronto dal titolo “Paolo VI, il Papa in dialogo con il mondo”, organizzato dalla nostra testata.
L’incontro ha avuto come principio il momento di preghiera, culminato dall’inno del Beato Papa Paolo VI e dalla toccante meditazione del Pontefice tratta da “Pensiero alla morte”. In secondo luogo, la visione del documentario tratto dal programma di Rai 3 “La grande Storia” sulla vita del Beato Paolo VI, focalizzato sugli ultimi anni di vita, dall’apertura della Porta Santa per l’Anno Santo 1975, fino al sequestro costato la vita all’Onorevole Moro in quei maledetti 55 giorni della primavera del 1978.
E’ stata proprio la vita del Montini ad essere oggetto del dialogo tra il Vescovo Carlo e Luigi Mattioli. Un itinerario di vita davvero toccante, iniziato con una formazione cattolica seria e aperta, ma con tante curiosità che hanno attratto tutti i presenti. Basti pensare alla sua attività in campo pedagogico, in campo universitario con la FUCI e giornalistica, grazie alla scrittura di articoli e saggi che fanno del Beato Paolo VI una personalità dalle grandi doti letterarie.
Nel corso dell’incontro sono stati anche affermati due eventi importanti cui Montini ha partecipato in primissimo piano: da una parte il Secondo Conflitto Mondiale, in cui da collaboratore di Papa Pio XII è stato direttore dell’Ufficio per la ricerca dei dispersi in guerra, dall’altra il Concilio Ecumenico Vaticano II, in cui da neo eletto Pontefice ha manifestato una maggiore apertura della Chiesa nei confronti del mondo e delle altre Confessioni Religiose.
Un ventennio intenso, intervallato dapprima dalla nomina ad Arcivescovo di Milano sessant’anni fa (il 1 novembre 1954, ndr.), ma soprattutto dall’elezione come 262esimo successore di Pietro il 30 giugno 1963.
In conclusione, l’incontro è stato caratterizzato da un’ampia partecipazione di sacerdoti e laici, nonché rappresentanti di realtà ecclesiali, provenienti da tutta la Chiesa Truentina. Un momento molto bello, volto a conoscere le gesta di un nuovo ingresso tra i Beati della Chiesa Cattolica, che nonostante la sua riservatezza ha contribuito a renderla aperta al Mondo.
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