cicloneQuanti tipi di ansie riusciamo a sopportare in una giornata? La sfida quotidiana è lunga: ci svegliamo e pensiamo al traffico che ci inchioderà sulla via verso il posto di lavoro. Quando ci arriviamo pensiamo che senza l’“articolo 18” potremmo essere licenziati (non viviamo negli Usa e qui in Italia non troveremmo un lavoro alternativo). Sui figli adolescenti abbiamo l’ansia che non prendano brutte strade, non si droghino, non brucino la loro giovinezza. Circa la salute avvertiamo l’ansia di non buscarci un tumore a lenta incubazione, così quando ce ne accorgiamo è troppo tardi.
E poi sopportiamo le tante ansie sociali: quella delle tasse a ripetizione, del tipo Ici Imu Tari Tasi Tarsu Irpef, Iva, Irap e presto Local Tax. Ma abbiamo anche le ansie da esenzione ticket, con l’Isee da aggiornare pena la decadenza del benefit. E poi l’ansia di dimenticarci o confondere i numerosi Pin che utilizziamo: per le mail, il pc, il cellulare, il tablet, il bancomat, il conto corrente online, la porta di casa a codice. E ancora l’ansia di rincorrere gli sconti dei supermarket di cui abbiamo le “tessere”, creando un puzzle di acquisti alternati (un giorno di qua e uno di là) senza i quali il bilancio familiare collasserebbe. E che dire dell’ansia per i figli più grandi disoccupati, che ogni giorno inviano decine di curriculum vitae a cui nessuno risponde? E l’ansia da crisi politica, con Renzi che getta la spugna, Napolitano che si dimette definitivamente e il voto che si avvicina, senza sapere se con il sistema elettorale del “mattarellum”, del “porcellum” o dell’ “italicum”? E l’ansia se l’Italia facesse la fine della Grecia col crack dei conti pubblici? Ci sarebbe poi l’ansia delle ansie, quella dei più disperati che non hanno lavoro e vagano tra le mense Caritas e l’accattonaggio allo stato puro.
Ma, oggi vogliamo solo accennare al ritorno di un’ansia “vecchia”, che sembrava non dover venire più: quella del maltempo, per il quale si esce di casa e si potrebbe anche morire. Oppure che, se piove, la nostra casa è allagata e perdiamo tutto. Avete notato, in questi ultimi anni, quanti disastri ambientali sono avvenuti? E quante persone sono morte travolte dalla piena improvvisa di un torrente? Ma vi sembra normale, nell’epoca di internet, dell’uomo bionico, del mondo globalizzato, che sia così facile essere impreparati davanti a un uragano? Forse è il momento di essere ansiosi…. di tornare alle cose semplici e concrete. Costruiamo muri e argini, puliamo torrenti e fognature, deviamo corsi d’acqua pericolosi. Ci sarà più tranquillità per tutti, e forse creeremo anche qualche posto di lavoro in più. Con meno ansia in giro.

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