Un trattato che “soleva una serie di problemi e di controversie” e la Chiesa “deve far sentire la voce dei più deboli e dei più poveri in Europa e nel mondo, nella misura in cui saranno interessati dall‘accordo sul libero scambio”. Lo scrivono i vescovi europei della Comece (la Commissione degli episcopati della Comunità Europea) che hanno deciso di dedicare la loro Assemblea plenaria autunnale alla analisi del Partenariato transatlantico su commercio ed investimenti (Transatlantic Trade and Investment Partnership, TTIP) che è attualmente in corso di negoziato tra gli Stati Uniti e l‘Unione europea. In un comunicato diffuso al termine della assemblea plenaria dei vescovi Ue (che si è tenuta il 12 e 13 Novembre a Bruxelles), la Comece fa sapere che ad informare accuratamente i vescovi europei sul contenuto preciso dei negoziati è stato il capo negoziatore per l‘Unione europea per il TTIP, Garcia Bercero. Ad essere esaminati sono stati anche gli elementi che sono stati esclusi dal Trattato (come gli ogm e le denominazioni d‘origine), nonché le prossime fasi dei negoziati. Dopo un esame del testo a 360 gradi, la Comece ha stimato che “al di là delle questioni strettamente commerciali che solleva, il TTIP interroga la nostra identità europea e come tale identità possa affermarsi e profilarsi nel mondo”.
“In sostanza, il TTIP – affermano i vescovi Ue – ha un effetto specchio sull‘Unione europea e obbliga gli europei a definire in più chiaramente la propria posizione sulla scena mondiale e ad adottare una strategia commerciale e una politica monetaria sostenibile in vista dei prossimi decenni che si annunciano a crescita debole o zero”. Questo è il motivo per cui la Comece ha deciso di elaborare un documento che esprima la presa di posizione dell‘episcopato europei sul TTIP. “Questo documento metterà in evidenza le opportunità e formulerà una serie di domande critiche lasciate in sospeso riguardo al progetto di trattato. Il presente documento sarà reso pubblico e trasmesso ai deputati europei, che saranno chiamati a confermare o meno il Trattato”. Vari e diversi sono stati i punti di vista presentati in questi giorni ai vescovi europei. L‘economista Pierre Defraigne, direttore esecutivo della Fondazione Madariaga, ha presentato le sue riserve sul Trattato e, in particolare, sul dubbio che possa “promuovere la crescita economica e l‘occupazione nei paesi dell‘UE”. Da parte sua, Patrick O‘Sullivan, docente di etica degli affari, ha messo in guardia contro gli attuali indicatori economici, che non riflettono il reale sviluppo umano mentre Brian Mc Feeters, consigliere economico presso l‘Ambasciata degli Stati Uniti verso l‘UE ha richiamato le opportunità economiche che un tale trattato sarebbe per entrambe le sponde dell‘Atlantico. E‘ intervenuto anche padre Joseph Komakoma, segretario generale del Secam, che ha presentato le preoccupazioni dei vescovi africani sul progetto di trattato.
0 commenti