“I video dell’Isis? È il fascino della propaganda di morte”. Lo afferma Simone Sereni, opinionista, nella rubrica “Fuori Bordo 2.0” che tiene nel sito del Copercom (clicca qui). Ciò che “scrivo fa il loro gioco? O per fermare la minaccia e darsi un futuro bisogna analizzare e capire, e bene? Di fronte a tale sfacciata e spettacolare violenza, probabilmente, siamo un po’ tutti spiazzati. Un primo e ormai incontrovertibile elemento di valutazione – osserva – è che si tratta di video, di veri e propri ‘corti’, fatti benissimo: degli orrendi snuff-movie con risorse degne di Hollywood”. L’elemento di novità “è che stavolta i carnefici sono mostrati tutti a volto scoperto, tranne l’ormai simbolico leader in nero, Jihadi John”. Si “è capito che Is non è l’ennesimo gruppo jihadista nascosto in misteriosi campi militari in mezzo ai monti”. Le reazioni del “web cattolico” italiano alla propaganda, prosegue l’opinionista, danno l’impressione che “prevalga la tendenza a riportare tutto al proprio ombelico, a criteri interpretativi e a questioni interne, anche solo alla Chiesa italiana”. In particolare, “la gestione del fenomeno migratorio da parte di questa o quella forza politica, con una discreta tendenza a massificare l’Islam, che poi è obiettivo comunicativo esplicito del Califfato”. Ma sarebbe sbagliato, conclude, “opporre alla retorica della propaganda del Califfato (che abusa della religione) una contro-retorica speculare, baldanzosa e fortemente identitaria, giocata sul ‘noi’ e sul ‘loro’”.
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