SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Vescovo Carlo è tornato in visita al porto di San Benedetto nella mattinata di Venerdì 21 Novembre, per incontrare i pescatori e gli operatori del mare.
Come nella precedente occasione, la presenza del Vescovo sulla banchina è stata accolta con gioia e calore.
“Eccellenza, le cose vanno meglio da quando è venuta a trovarci la scorsa volta” dice sorridendo qualcuno quando lo vede avvicinarsi.
E prosegue: “il prezzo della nafta è sceso dopo la sua visita!”.
Il Vescovo si affretta a puntualizzare: “Non è certo merito mio, non ho questi poteri!”.
I problemi del mare non sono certo risolti, non sono giunte miracolose soluzioni dall’alto nel corso degli ultimi giorni: si pesca, ma resta l’obbligo di imporsi dei limiti rigidi per garantire che il pesce si riproduca e continui a popolare il nostro mare.
Si continua a faticare, a lavorare di notte: “il nostro è un lavoro molto brutto, ma allo stesso tempo è il lavoro più bello del mondo,” afferma un pescatore, aggiungendo che non si immaginerebbe a fare altro.
Il Vescovo li ascolta e si fa partecipe dei loro problemi, delle loro vite.
Nel concreto non può fare molto: non è un’autorità civile pronta a esercitare il suo potere per influenzare i potenti, per cambiare leggi e regolamenti, per alzare il prezzo del pescato.
Eppure può fare qualcosa di grande: far sentire la vicinanza della Chiesa anche qui, farsi presente per testimoniare la presenza del Signore al fianco di chi lavora. E così “le cose vanno meglio” davvero.

Ad accompagnare il Vescovo nella sua visita sono Don Giuseppe Giudici, responsabile dell’Ufficio di Apostolato del Mare, Franco Veccia, direttore dell’Ufficio Diocesano della Pastorale Sociale e del Lavoro e il suo collaboratore Fausto Imberti.

Consegnano ai pescatori il messaggio per la giornata mondiale della pesca, che viene celebrata proprio il 21 Novembre.
La visita al porto è coincisa con questa importante ricorrenza, che mira a portare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sul settore.
“La pesca è un’attività umana tra le più antiche e difficili, generalmente mal retribuita e poco gratificante.” recita il messaggio redatto dal cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. “Le forme di pesca sono tanto numerose e multiformi quasi quanto i tipi di pesce.

Come tutti i marittimi, i pescatori trascorrono in mare la maggior parte del tempo e ben poco con la loro famiglia; inoltre, dato il loro modo di vita, sono spesso emarginati e privati della cura pastorale ordinaria.ʺ
A questa particolare condizione desidera rispondere nella nostra diocesi l’Apostolato del Mare, con una pastorale che passa prima di tutto per la conoscenza diretta, faccia a faccia, per il dialogo fraterno.
Ci saranno altri incontri sul porto, dove già Don Giuseppe si reca spesso in virtù del suo amore per il mare e per la pesca, ma soprattutto della sua amicizia con la gente del porto. Non si fa pastorale solo perché bisogna farla: a muovere verso gli altri è sempre l’amore per loro. E all’amore ricevuto, l’altro risponde con gioia.

Dopo la banchina, il Vescovo ha visitato anche i cantieri navali dell’area portuale ed ha concluso la mattinata incontrando gli impiegati degli uffici delle dogane, altra importante realtà che opera nella zona, dove ha potuto conoscere meglio le funzioni e le competenze della dogana sul territorio.

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